
L’eclettismo di Iosa Ghini
Fondatore del Boldismo e membro del gruppo Memphis con Ettore Sottsass, l'architetto Massimo Iosa Ghini rappresenta una delle voci più influenti a livello internazionale nell'industrial design, nella progettazione di architetture commerciali e museali, progettazioni di aree e strutture dedicate al trasporto pubblico, nonché nel design di catene di negozi realizzate in tutto il mondo. I suoi progetti di design e architettura hanno ricevuto importanti menzioni quali quella per il Premio Compasso D’Oro ADI, e numerosi riconoscimenti tra cui il Good Design Award dal Chicago Athenaeum, il Red Dot Award e l’iF Product Design Award, Germania, il Roscoe Award negli USA, il premio IAI AWARD Green Design Global Award e l’IAI Awards, Shanghai, China.
Da dove parte la sua visione estetica? Quali sono stati gli elementi che l'hanno maggiormente influenzata?Sono figlio del postmoderno. Catalogare il mondo in stili e tendenze era una necessità del passato quando per cercare una cosa aprivi un archivio pieno di schede di carta. Oggi vai su Google, scrivi delle parole ed entri in una dimensione da esplorare e man a mano ti avvicini a quello che cerchi.Amo il futurismo per la sua carica dinamica e per converso tutto ciò che è armonico e naturale.La natura ha una sua dinamicità biologica, a volte crudele e a volte dolce. Noi progettiamo per inserirci tra le pieghe di un’enorme macchina che ha regole ferree e al tempo stesso in continuo divenire.La sua opera è eclettica e spazia dall'industrial design all'architettura passando per le installazioni e l'interior. C'è un fil rouge tra i suoi progetti?Il fil rouge è quello della ricerca, dell’innovazione e dell’incessante sostituzione a cui sono votati tutti gli organismi. Sostituire per adeguarsi a nuovi contesti, spesso per migliorarli. Quale sono i materiali del futuro nel mondo dell'industrial design?I materiali del futuro sono quelli che si possono estrudere ed essere utilizzati da una stampante 3D. L’industrial design diverrà lo special design, fatto ad hoc e su misura per ognuno di noi. Le plastiche eco, le malte, le ceramiche, tutti i materiali fluidi.Negli anni Novanta ha firmato un occhiale per Silhouette. Ci racconterebbe la sua esperienza nel nostro settore?Nel ’94 Arnold Schmied mi chiese di lavorare su un nuovo materiale, un nylon con un effetto opalescente per permettere di creare effetti leggeri e rarefatti. Già allora la mia idea era della piccola serie, limitata, non massificata. Facemmo tre modelli che oggi sono direi storici... oggetti quintessenza.
