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L'inglese che vuol mettere gli occhiali ai paesi in via di sviluppo

L'inglese che vuol mettere gli occhiali ai paesi in via di sviluppo

Il progetto e’ ambizioso, forse troppo. Dotare un miliardo di persone al mondo dei suoi occhiali  autoregolabili, facendo in modo che costino meno di un dollaro al paio. Il protagonista e' un ottico britannico che il Corriere.it, dedicandogli un servizio, ha definito “L’uomo che rida' la vista ai poveri”.

Ma l’impresa e’ tutt’altro che facile, diciamo pure ai limiti dell’impossibile, anche se Joshua Silver, 62 anni, e’ riuscito a distribuire 30 mila dei suoi occhiali in 15 paesi del mondo.

Tutto è cominciato il 23 marzo 1985, racconta il Corriere. Silver, allora un semplice docente universitario, si chiedeva con un collega se fosse possibile costruire lenti in grado di adattarsi senza l’aiuto di un ottico o di macchinari costosi. Occhiali, insomma, che chiunque potesse «tarare» da sé, regolandoli sulle necessità dei propri occhi. “Fu allora che capii come fare” spiega al quotidiano britannico Guardian. Costruì lenti di plastica, nelle quali pose una sacca con del liquido. Sulla montatura mise due piccole siringhe piene di quel liquido. Per adattare le lenti ai propri bisogni basta aggiungere liquido finché non si vede chiaramente. Poi si staccano le siringhe, si sigilla la montatura con un tappo, e gli occhiali sono pronti. “Il meccanismo è così semplice – spiega Silver – che quasi non serve dare istruzioni. Tutti quelli a cui abbiamo dato gli occhiali sono stati in grado di sistemarseli da sé, con grande precisione. E di tornare a vedere”. Il punto (che Silver definisce “ovvio”) è che occorre trovare un sistema per ovviare alla carenza di ottici in alcune zone del mondo. Negli Stati Uniti, o in Gran Bretagna, tra il 60 e il 70% delle persone porta occhiali. Nei Paesi in via di sviluppo la percentuale scende al 5%. E i motivi sono semplici. Anzitutto, in Gran Bretagna c’è un ottico ogni 4.500 persone, mentre nell’Africa Sub-Sahariana ce n’è uno ogni milione di abitanti. “E anche se ce ne fossero di più, nessuno potrebbe permettersi gli occhiali che vengono prodotti normalmente”.

E' chiaro che l’iniziativa e’ lodevole soprattutto per i paesi del Terzo Mondo, dove qualsiasi aiuto è ben accetto nella povertà generalizzata e l’ultima cosa a cui si bada, ad esempio, è il design. E poi si tratta di un aiuto, non della soluzione di tutti i problemi. Silver stesso riconosce che i suoi occhiali non funzionano contro l’astigmatismo e  non  possono sostituire uno specialista in grado di diagnosticare un glaucoma o altre malattie. Pero’ continua a ritenere di essere “nella direzione giusta”.

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