
Fashion Economic Trends
I dati di consuntivo, oramai consolidati del 2008 danno le misure della gelata che ha colpito l’industria della moda al pari del resto dell’economia italiana. I dati statistici che ancora si fermano al primo trimestre mostrano che il 2009 è iniziato nel peggiore dei modi con cali a due cifre nei comparti a monte (-24% il fatturato e -28% la produzione) e una contrazione meno sostenuta nei settori a valle (-6% il fatturato e -8% la produzione). Negli ultimi 2 mesi, si è però manifestato un elemento di novità, che ancora non si legge nelle statistiche a consuntivo. E’ un cambiamento di attese, più robusto per il momento nella distribuzione che nella filiera produttiva. Le vendite al dettaglio di maggio sono positive oltre le attese, dopo l’arrivo anticipato del clima estivo, sono interpretate come l’emergere di una nuova voglia di acquisti da parte dei consumatori. Anche nella componente più colpita dalle crisi, quella tessile, si avvertono i segnali, almeno di una stabilizzazione dell’attività, dopo la drammatica caduta degli ultimi 2 trimestri. Il 2009 si è aperto con una vera gelata che ha seguito quella dell’ultimo trimestre 2008. La contrazione del fatturato è stata molto pesante: -12,3% nei primi 3 mesi dell’anno rispetto al primo trimestre 2008. Un risultato così negativo è dovuto soprattutto ai settori a monte (-23,8%) mentre per quelli a valle il calo si è contenuto nel 6,1%. L’andamento della produzione realizzata in Italia ha sostanzialmente seguito, lievemente in peggio, la direzione del fatturato: -28% per i settori a monte, -8,1% per quelli a valle. Nel complesso, la flessione per l’insieme dell’industria della moda è stata del 15,5%. Il clima di fiducia tra le imprese manifatturiere italiane dopo essere sprofondato sui minimi storici mostra negli ultimi due mesi un miglioramento. L’indice di fiducia è ancora lontano dai valori medi del 2008 e ancora in un’area che indica contrazione, ma qualcosa si sta muovendo. Le stesse dinamiche si riscontrano nell’area Euro: dopo aver raggiunto minimi storici si vedono i primi movimenti, ancora cauti, in direzione di un recupero di fiducia. Negli USA gli indicatori segnalano finalmente, dopo 18 mesi negativi, un valore dell’indice degli ordinativi attesi sopra la linea che separa le fasi di contrazione da quelle di espansione. Un singolo dato non fa un trend, ma spinge a guardare con minore pessimismo ai prossimi mesi. La fiducia dei consumatori italiani dopo essere scesa ad inizio anno ai minimi storici dal 1982, è risalita nei mesi di aprile e maggio su valori superiori a quelli medi del 2008. Migliorano in particolare le aspettative relative alla situazione economica del paese. Nell’insieme dei paesi dell’area dell’Euro la preoccupazione dei consumatori sulle prospettive economiche rimane alta ma anche in questo caso si è arrestato il deterioramento del clima di fiducia. Negli USA il Conumer Confidence Index ha avuto un netto miglioramento negli ultimi 2 mesi, arrivando ai valori più alti degli ultimi otto mesi, che corrispondono a quelli dell’inizio della crisi. In Italia una concreta manifestazione di un clima meno negativo si è avuta a maggio, quando i consumatori hanno reagito al cambiamento meteorologico e all’arrivo del caldo, con un inatteso, nelle dimensioni, rialzo delle vendite nei negozi. Nel promo trimestre dell’anno le esportazioni dell’industria italiana della moda sono calate del 16% rispetto allo stesso trimestre del 2008. Il segno meno è generalizzato con cali a due cifre per tutti i comparti. Il calo interessa tutti i principali mercati nel tessile, mentre nell’abbigliamento tengono Francia e Germania, con una caduta in Russia e negli USA. Nelle calzature leggera crescita in Francia e discesa in tutti gli altri principali mercati. La Francia è, insieme all’Italia, il paese europeo che sta manifestando segni di ripresa macro-economica più precoci. Il raffreddamento dei mercati ha determinato un calo anche delle importazioni ( -7,9% nel complesso dell’industria della moda). Gli indicatori anticipatori della congiuntura hanno toccato i minimi storici nei primi 3 mesi del 2009, ma hanno ripreso, almeno per alcuni paesi, un’intonazione meno neglativa negli ultimi 2 mesi. In complesso le variazioni mensili sono lievemente positive sia per l’area Ocse nel suo complesso che per l’area Euro. Tra i Paesi europei, Francia e Italia sono quelli in cui i segnali di ripresa sono più precoci, nel Regno Unito compaiono timidamente segni di stabilizzazione, la Germani, assieme agli altri paesi del centro europa, sempra invece ancora lontana dalla ripresa. I dai positivi per Italia e Francia riguardano ancora pochi mesi, ma hanno riportato i 2 paesi abbastanza vicini alle tendenze di lungo periodo, con un risultato particolarmente buono ad Aprile. Si consideri che gli indicatori anticipatori dell’Ocse tendono ad anticipare di circa 6 mesi l’andamento economico. Se così fosse Italia e Francia potrebbero essere candidate a vedere un concreto miglioramento già all’avvicinarsi della stagione di vendite natalizia. Nella prima parte del 2009 gli elementi critici che si sono sviluppati a fine 2008 hanno dispiegato pienamente i loro effetti. La seconda parte dell’anno sarà positivamente influenzata dagli effetti degli interventi di politica fiscale e monetaria che hanno contribuito a stabilizzare la fiducia dei consumatori e delle imprese. Sulla base dei dati ad oggi disponibili, è possibile stimare per la seconda parte del 2009, una dinamica del fatturato dell’industria della moda migliore, anche se sempre negativa rispetto al primo semestre (le attese per il secondo trimestre sono inoltre meno catastrofiche rispetto ai consuntivi del primo). I dati di fine 2009, inoltre si confronteranno con quelli dell’ultimo trimestre 2008, già molto negativo. Questo insieme di elementi permette di confermare la precedente previsione (aprile) di una chiusura d’anno con un calo del fatturato intorno al 6,5%. Una diminuzione quindi più accentuata di quella del 2008, ma non irrecuperabile. Rispetto alla precedente previsione, si stima un calo più consistente delle esportazioni, a causa del permanere di uno stato di debolezza della domanda europea, e di una dinamica meno negativa dei consumi. Ci si possono attendere evoluzioni differenti tra il comparto a valle e quello a monte, anche per la più volte ricordata diversa sensibilità al ciclo internazionale e alla dinamica del cambio euro-dollaro. Con valori del cambio prossimi al livello corrente (1,4 Dollari x Euro) il comparto a monte mostrerà una variazione del fatturato nella seconda parte dell’anno ancora peggiore rispetto a quella del comparto a valle che invece potrà giovarsi di una migliore dinamica della domanda interna che sembra aver ritrovato un’intonazione positiva. Ecco i dati dell’industria italiana della moda presentati ieri alla Camera delle Moda