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Registro dell'Ottico Magistrale vs Coalizione: continua la querelle

Registro dell'Ottico Magistrale vs Coalizione: continua la querelle

E' arrivata la replica del Registro in seguito del comunicato della Coalizione della scorsa settimana Relativamente alla creazione del Registro dell'Ottico Magistrale sono nate molte discussioni tra i facenti parte della categoria e si sono delineate diverse posizioni, anche diametralmente opposte. Mido365, in quanto organo di informazione, ha scelto di riportare integralmente le comunicazioni di tutti i protagonisti della vicenda in modo da lasciare ai singoli la possibilità di riflettere e fare le proprie considerazioni a riguardo.   La speranza, sempre insita, è che gli attori della querelle possano, a breve, incontrarsi e trovare una posizione comune di accordo.   Qui di seguito la comunicazione rilasciata ieri dal Consorzio:   "Dobbiamo una risposta, che non lasci dubbi sulla nostra lealtà e trasparenza, agli amici ottici che ci hanno dimostrato interesse per quanto stiamo facendo e capiranno così le nostre ragioni e la nostra buona fede. Al loro giudizio ci affidiamo e confidiamo.   Il comunicato stampa con cui la Coalizione reputa che quanto affermato dal Consorzio del Registro dell'Optometrista Magistrale, dando notizia della prima sessione d'esame e quindi della nascita del Registro, contenga "profili di grave ingannevolezza" non ci ha stupiti. Nemmeno la sua durezza, dato che siamo assuefatti alle reiterate "mille proroghe", e all'assoluta mancanza di ironia e di fair play di Federottica e dei suoi compagni di Coalizione.   Ciò che, viceversa, ci ha stupiti è come il comunicato non entri mai nel merito dei valori professionali, ne su quelli culturali che sono le fondamenta del Registro. Di contro si fa leva su due parole "concretezza" e "ufficialità" per dire che si "reputa" che i comunicati stampa del Registro dell'Optometrista Magistrale "presentino profili di grave ingannevolezza", affermazione che rifiutiamo e respingiamo al mittente. La Coalizione cita l'opinione (non una sentenza!) di un legale che completa il quadro citando un pronunciamento dell' AGCM riguardante un Istituto che pubblicizzava titoli di laurea ad honorem. Quali sono gli elementi in comune tra una certificazione di competenza di parte terza ed un titolo di laurea ad honorem che autorizzano un'interpretazione del genere?   Nell'affollata presentazione del Registro alla Mido - marzo 2012 – si è dimostrato, con il contributo di una ricerca della Bocconi, come il Registro s'inserisca, coerentemente, nel processo di trasformazione delle professioni e nel probabile inquadramento di quelle non riconosciute. In quella occasione venne invitato il vertice di Federottica, che mandò in sua rappresentanza l'avvocato, e quello delle società che compongono la Coalizione che ebbero l'opportunità di esprimere pubblicamente le loro opinioni.   Il depliant di presentazione distribuito in quella occasione e, successivamente, a mezzo stampa in 10.000 copie a tutta l'ottica, contiene tutto l'impianto del Consorzio compresi i dettagli culturali e organizzativi – frutto di anni di lavoro - a disposizione anche di chi voglia e, probabilmente, dovrà imitarlo.   Per fortuna Afragoli giunge in nostro soccorso con un articolo (Ottica Italiana – giugno 2012) sulla legge in discussione al Senato (S . 3270) e già approvata dal primo ramo del Parlamento, riguardante le "Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi" scoprendo che: la riforma delle professioni e degli ordini, la Bolkstein, la Gelmini, la probabile abolizione del valore legale del titolo di studio ecc. non sono personaggi e situazioni dei cartoni animati creati dalla fertile creatività di "quelli del Registro", ma una svolta epocale del sistema delle professioni in Europa ed in Italia.   Dalla lettura del disegno di legge si comprende perché la nascita del Registro dell'Optometrista Magistrale abbia determinato sgomento tra le file della Coalizione (la maiuscola e d'obbligo! Come lo stupore del coinvolgimento di società commerciali in queste vicende). In particolare il secondo comma dell'art.2 che afferma, al netto degli omissis, che gli organismi di certificazione accreditati possono rilasciare, su richiesta del singolo professionista anche non iscritto ad alcuna associazione, il certificato di conformità alle norme tecniche definite per la singola professione. Un bel problema per chi vive di quote associative e fonda, da sempre, la propria ragione d'essere sulla battaglia del riconoscimento professionale di stampo ordinistico, con tanto di Albo professionale!"
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