Occhiali per stimolare la memoria e combattere l' Alzheimer
È Franco Binda il neo-presidente della Pro Senectute: «Continueremo la sperimentazione sulle stimolazioni».
Adolfo Porro lascia per ragioni di salute la presidenza della Pro Senectute e al suo posto arriva Franco Binda, geriatra, per molti anni all'ospedale di Vicenza e poi primario a Schio dove ha chiuso la sua carriera pubblica.
Figura molto nota in città anche per essere stato negli anni d'oro del Vicenza calcio 're delle provinciali' il medico sportivo dei biancorossi, con una passione che ha tradotto in un libro da lui scritto sui campioni berici di tutte le discipline agonistiche e che oggi trasferisce nelle serate culturali del Panathlon del quale è alla guida da qualche anno.
La nomina di Binda, che ora dirige in piazza Biade uno studio medico anti-invecchiamento, non è ancora ufficiale ma l'avvicendamento è ormai prossimo. Sarà lui ad avere il compito di proseguire l'opera di Porro, maestro-gentiluomo, che è stato il primo a creare in Italia, con un modello diventato contagioso, un'associazione come la Pro Senectute, a organizzare per gli anziani che vivono soli in casa il telesoccorso, un servizio che la Regione ha fatto suo, e, infine a lanciare nella quiete di Villa Rota il primo centro diurno riabilitativo per i malati di Alzheimer, altra pietra miliare di una lotta contro una malattia che sottrae la psiche alla vita, che rinchiude in un labirinto senza vie d'uscita.
Sarà, dunque, lo stesso Binda a portare avanti, assieme a Francesco Ferro Milone, l'ex primario neurologo degli anni 80 del S. Bortolo, la ricerca sui deficit cognitivi e l'esperimento con gli occhiali 'Sli', quelli che, grazie a un microprocessore elettronico, sono in grado di stimolare i neuroni e di provocare effetti persistenti sulla memoria.
Su questi occhiali speciali si ripongono, infatti, molte attese anche da parte del mondo scientifico. I test finora effettuati - la prova viene dall'encefalogramma di controllo - dimostrano che frenano la perdita della memoria, aumentano la soglia di attenzione, bloccano la depressione e possono essere un primo passo nella lotta all'Alzheimer.
La stimolazione luminosa, centrata sulle stessa lunghezza d'onda elettrica dell'orologio biologico interno del cervello, pare abbia la capacità di riaccendere il motore spento dei processi cerebrali della memoria.
E il 'memotest', un metodo a suo tempo lanciato dalla Pro Senectute con il patrocinio del Comune e l'aiuto del comitato di gestione del Fondo speciale regionale per il volontariato, può essere la spia per misurarne l'usura e per avviare poi all'utilizzo degli occhiali con i led, i light emitting diodes, gli impulsi luminosi intermittenti.
Gli esperimenti iniziarono 5 anni fa, grazie alla collaborazione della Croce Rossa. E ora Binda li ha ripresi in alcuni Comuni - Dueville, Lonigo, Montegalda, Camisano, Noventa - dove nei mesi scorsi centinaia di persone, grazie al supporto dell'associazione di volontari di cui fa parte anche Sante Sarracco, sono state sottoposte al memotest.
«È stato accertato - spiega il dott. Binda -, che fra i 60 e i 64 anni la memoria è già diminuita del 6 per cento, che a 70 se ne è andato un buon 25 per cento e che oltre gli 80 anni il 50 per cento delle persone accusano seri scompensi. Come controlliamo la glicemia, il polso e il colesterolo, perché allora non monitorare anche la memoria in un'epoca come la nostra in cui la durata media della vita si allunga sempre di più?».
E gli occhiali da usare due volte al giorno per un quarto d'ora offrono benefici concreti: il 50 per cento di chi li ha usati con assiduità ha avuto un netto miglioramento della memoria, il 90 per cento ha visto dissolversi la depressione, e negli altri casi non si sono avuti peggioramenti. «Che - dice Binda - è già un buon risultato».
(Fonte:Il Giornale di Vicenza)