
Hi-tech e nuovi progetti per battere i cloni dell'occhiale italiano
Sfileranno anche in Russia e negli Stati Uniti gli occhiali made in Italy. A sostenere l'iniziativa è un accordo tra il Ministero per le attività produttive - Dipartimento Commercio Estero e il Mido, il più importante salone internazionale dedicato all'occhialeria.
'Dal 9 al 13 marzo', anticipa il presidente di Mido e Anfao, Cirillo Coffen Marcolin, al supplemento Affari&Finanza de La Repubblica, 'saremo alla Fiera di Mosca. Poi faremo subito rotta verso New York dove, dal 26 al 28, parteciperemo a Vision Expo di New York'. Un altro passo avanti per le imprese tricolore, incoraggiate a mettersi in vetrina all'interno delle grandi manifestazioni oltre confine, per due buone ragioni: la necessità di internazionalizzarsi sempre più per battere la concorrenza e il fatto che l'esperimento dell'anno scorso (la sfilata di Parigi, in autunno) ha dato buoni risultati.
A proposito di risultati, commentando gli ultimi dati di Anfao relativi al periodo gennaio-settembre 2003 e alla flessione del 7% nelle esportazioni degli occhiali da sole, Marcolin ha spiegato: 'È ovvio che in periodi di congiuntura sfavorevole, la prima cosa che ne risente è il fashion. Tutti quei prodotti, cioè che sono voluttuari. Nella fattispecie, non dimentichiamo che proprio gli occhiali da sole sono quelli che negli anni d'oro del made in Italy, hanno avuto la maggior crescita. Nel bene e nel male'. E ha aggiunto: 'Le produzioni italiane del settore sono le migliori sul mercato. Va da sé che il giro d'affari della contraffazione sia molto, molto alto. In pratica cosa succede? Il made in Italy batte la concorrenza grazie alla continua ricerca, all'alto valore aggiunto della tecnologia, dei materiali e tutto il resto, ma viene immediatamente contraffatto, copiato. È una corsa continua a mantenere altissimo lo "standing" dei prodotti tricolore. Una corsa che alle imprese italiane costa in termini di investimenti e sviluppo di nuovi progetti'.
Come contrastare il fenomeno? 'È storia nota', dice Marcolin. 'Tutte le industrie italiane del made in Italy sono sulla stessa barca. E tutti quanti ci stiamo attrezzando con gli strumenti detti e ridetti: dalla richiesta di un cambio di parità tra il dollaro e le monete del Far East a una politica di sostegno più forte da parte del governo. Cominciando con la riduzione dell'Iva sui nostri prodotti'.
Accanto a queste richieste e alle sfilate in Usa e Russia, 'frutto di un'ottima liaison che abbiamo avviato da tempo con il Ministero delle attività produttive (e soprattutto con il viceministro Adolfo Urso, ndr) e l'Ice', sottolinea Marcolin, 'le innovazioni coinvolgono anche l'Italia. Quest'anno il Mido, in calendario alla Fiera di Milano dal 7 al 9 maggio, porta parecchie novità. Con Fiera Milano abbiamo attivato Mido on line per dare l'opportunità a tutti gli espositori di avere una vetrina web dentro cui promuovere i prodotti per tutto l'anno e avere news in tempo reale (attraverso EyesWay, ndr) sull'andamento del mercato internazionale dell'occhialeria. Insieme alle associazioni di categoria nazionali e internazionali abbiamo creato corsi di formazione che prendono avvio durante il salone di maggio, e andranno avanti tutto l'anno. Un'altra novità degna di nota è Mido Sport un'area d'immagine, incontri e eventi, dedicata alle diverse discipline sportive, a cui saranno affiancati occhiali, lenti e materiali specifici più innovativi'.
Infine, Marcolin ha parlato delle prospettive per il 2004: 'Fermo restando che il supereuro si fa sentire, le esportazioni dell'occhialeria italiana si fanno largo nel mondo. Tra i maggiori paesi che ci fanno ben sperare c'è la Germania, che già l'anno scorso non ha ridotto l'acquisto delle due lenti made in Italy. Proprio il mercato tedesco, nel momento in cui riprenderà anche la Francia e la Spagna, sarà la locomotiva delle vendite in Europa. Ma ci aspettiamo una buona accelerazione anche dalla Russia e dai vecchi paesi dell'Est e da quelli della Nuova Unione europea allargata'. Quanto all'estremo oriente, 'il Giappone', ha concluso Marcolin, 'se come sembra recupererà la sua forza economica, sarà un buon mercato di sbocco. Più difficile prevedere cosa accadrà in Cina e nel resto del Far East: in quell'area comunque, una ripresa dell'economia non più frenata dalla Sars e facilitata dalle manovre sui cambi, potrebbe portare un recupero del 9-10% sul fronte delle nostre esportazioni. Sempre che, la vicenda dei polli non faccia riprecipitare gli scambi'.