
Fedon apre uno stabilimento in Cina
Avrà inizio fra un mese l'attività di un nuovo stabilimento Fedon, interamente controllato dalla casa madre, in Cina, nell'area industriale di Shen Zen.
'Cominceremo con poco più di 100 dipendenti, giusto per testare l'efficienza del tutto', ha raccontato il presidente del Gruppo, Callisto Fedon, a Il Sole 24 Ore, 'ma per gennaio 2006 contiamo di poter essere a pieno regime con oltre mille addetti. Sicuramente il primo obiettivo è un recupero di competitività rispetto ai nostri principali concorrenti, che sono appunto i cinesi, ma la fabbrica in quell'area ci servirà da punto di partenza per l'apertura di nuovi mercati, oltre che da base strategica per aggredire al meglio l'area americana, grazie in particolare ai vantaggiosi accordi commerciali fra Cina e Usa'.
Con l'apertura del sito cinese salgono a otto gli stabilimenti produttivi del gruppo Fedon (6 in Italia, 1 in Slovenia e 1 in Romania). 'Siamo obbligati a rincorrere un mercato che in 15 anni ha ridotto di tre volte e mezzo il costo dei nostri prodotti', ha spiegato Fedon. 'Stiamo mantenendo una posizione di leadership, ma dobbiamo adottare politiche aggressive su tutti i fronti. Per gli stabilimenti italiani la competitività è venuta dalla qualità molto elevata, ma soprattutto da una forte spinta innovativa, con processi di automazione in tutte le fasi di lavorazione che abbiamo sviluppato in proprio, tanto da creare un'azienda ad hoc nel gruppo, la Hawk, che ha sede nel trevigiano e si è già creata un proprio mercato molto dinamico all'esterno. In Slovenia siamo andati quando da noi non si trovavano lavoratori, in Romania per unire prezzo a un discreto know-how di base. Ma siamo convinti che sarà la Cina il vero futuro anche per la nostra produzione in quanto solo laggiù è già possibile contare su una filiera che parte dalla disponibilità di materia prima e comprende semilavorati e ogni tipo di subfornitura'.
Dopo un 2003 chiuso con un fatturato che ha sfiorato i 58 milioni di euro, e il ritorno all'utile, Fedon conta di migliorare leggermente il dato a fine anno, pur essendo continuato il calo dei prezzi di vendita. 'La quotazione in Francia', ha aggiunto Fedon, 'ha contribuito fortemente all'apertura internazionale del nostro gruppo e a una gestione più marcatamente manageriale. Oggi abbiamo una liquidità sul mercato di poco più del 15%, ma rimane comunque un importante stimolo'.