
Cresce la richiesta di ottici e optometristi
'Prima ancora di finire gli studi, i ragazzi ricevono proposte di lavoro': commenta così Gloria Belieri, vicedirettrice della civica scuola professionale per ottici e optometristi di via Paravia a Milano, la bacheca piena di offerte in un articolo pubblicato dal Corriere Lavoro.
La mancanza di nuove leve sarebbe riconducibile alla scarsa informazione, al percorso didattico poco chiaro e alla legislazione in materia ancora da delineare (la figura dell'ottico è regolamentata da una legge del 1928, mentre per la figura di optometrista ci sono 11 progetti di legge fermi).
'La sostanziale differenza fra ottico e optometrista', ricorda la Belieri, 'riguarda le mansioni professionali. Al primo spetta la realizzazione della lente per la correzione della vista, al secondo anche quello di fare l esame visivo'. 'Da anni', dice Mauro di Terlizzi, segretario di Federottica, 'chiediamo l'istituzione di una laurea di primo livello in optometria e il riconoscimento legale di questa figura professionale cui va attribuita la responsabilità tecnica, dall'esame della vista fino alla realizzazione dei mezzi correttivi, sulla base di quanto accade in Europa'.
L'attestato di abilitazione di ottico, riconosciuto dalle regioni e dal ministero della Sanità, si ottiene frequentando dopo la terza media una scuola professionale di 5 anni; o dopo la maturità iscrivendosi a un corso post diploma di 2 anni. Si studiano materie sanitarie anatomia, patologia, fisiologia, medicina preventiva e tecniche occhialeria, optometria, contattologia, informatica e inglese.
Gli ottici possono frequentare il triennio di specializzazione in optometria. Nelle 500 ore complessive di ogni anno si studiano materie quali microbiologia, patologia, farmacologia, neurofisiologia, clinica di contattologia e di optometria. Superato l'esame finale con la presentazione della tesi, si ottiene il diploma di specializzazione.
L'Università Bicocca a Milano tre anni fa ha fatto partire, in via sperimentale, un corso di laurea breve e a giugno usciranno i primi dottori in ottica e optometria, figure in grado di svolgere anche attività d informatore scientifico.
Terminati gli studi, 9 ragazzi su 10 scelgono di lavorare nei negozi di ottica, altri nei laboratori specializzati nella realizzazione delle lenti.
'Le mansioni', spiega Franca Dall'Ara, direttore del personale di Salmoiraghi Viganò, 'riguardano la vendita, il montaggio degli occhiali, la refrazione, vale a dire l'esame della vista e l'applicazione delle lenti a contatto. I requisiti richiesti sono la predisposizione al rapporto con il pubblico, una buona preparazione tecnica e di prodotto per soddisfare le esigenze non solo visive ma anche estetiche del cliente'.
'In genere', dice Laura Martinelli, direttore del personale della catena Avanzi, 'dopo un tirocinio di un anno, utile per integrare le competenze scolastiche con quelle aziendali, il nuovo assunto è in grado di lavorare in autonomia. Raggiunge così la qualifica del terzo livello del contratto commercio. Il gradino successivo porta al secondo livello, alla qualifica di responsabile area tecnica: laboratorio, studio o contattologia. Con il passare degli anni, i migliori diventano direttori del punto vendita. Con una ventina d'anni d'esperienza si può entrare a far parte della struttura interna della catena come esperto tecnico o capo area, acquisendo la qualifica di quadro aziendale'.