
Boom dei mercati ambulanti
In Italia la spesa nei mercati ambulanti rappresenta fra il 14 e il 16% dei consumi nazionali. L'abusivismo, però, cresce e secondo Giacomo Errico, presidente della Federazione italiana venditori su aree pubbliche (Fiva), ogni anno costa come una Finanziaria.
Esistono, infatti, tra le 180 e le 240 mila persone che vendono di tutto, dalle borse alla pelletteria contraffatte, agli occhiali, dai prodotti audiovideomusicali pirata alla biancheria, dall'abbigliamento falsamente griffato ai prodotti alimentari, specialmente quelli ortofrutticoli, ai fiori, ai cosiddetti mercatini dell'hobbystica e dell'antiquariato. Il fatturato dell'abusivismo è tra i 6,6 miliardi di euro e i 9,1 miliardi di euro. Il danno per l'erario in termini di Iva è di 2-3 miliardi di euro e in termini di imposte sul reddito dai 2,7 ai 3,8 miliardi.
Nel nostro Paese le imprese del commercio ambulante sono 150 mila, con oltre 340 mila addetti, di cui il 20% a conduzione femminile e il 25% gestito da extracomunitari. Le persone che almeno una volta alla settimana frequentano i mercati ambulanti sono 23-24 milioni. Il consumatore tipo è donna (80%), di età compresa fra i 31 e i 55 anni, casalinga ma anche impiegata, con un carico familiare complessivo di 3-4 persone, che frequenta il mercato costantemente. Gli uomini, anche se in regresso rispetto al passato, sono ben presenti e non mancano gli under 30 (quasi il 28%), i giovanissimi, soprattutto studenti (circa l'8%) ma anche i dirigenti e professionisti (2,5%).
Secondo l'indagine della Fiva-Confcommercio, ogni settimana si acquistano merci e prodotti per un valore tra i 512 milioni e i 587 milioni di euro: all'anno dai 26,6 ai 29,5 miliardi (con punte massime sui 31 miliardi).
Ogni giorno si svolgono in Italia quasi mille mercati, che vanno aggiunti ai quasi 9 mila a cadenza settimanale, quindicinale e mensile. Fra le imprese è forte, in particolare, la crescita per abbigliamento, biancheria, maglieria, intimo. Le imprese di questo settore passano dalle 39.436 del 1999 alle 59.446 del 2004 (+50,7%). La loro incidenza sul totale delle imprese dell'intero comparto sale dal 32,5% del 1999 al 39,6% del 2004.
Sei consumatori su dieci si rivolgono regolarmente, oltre ai mercati, anche ad altre forme distributive. Il 51,3% giudica il mercato ambulante più conveniente ed economico in senso assoluto rispetto ad altre forme distributive; il 16,3% ritiene il mercato ambulante il canale di acquisto più vantaggioso per alcuni articoli (ortofrutta e abbigliamento); il 21,2% lo giudica poco conveniente; l'11,2% pensa che gli acquisti migliori si facciano presso altre forme distributive (in particolare all'ipermercato e al centro commerciale).
(Fonte: La Provincia di Sondrio)