Marzano: Stop ai "falsi" provenienti dalla Cina
Secondo dati dell'International Trade Mark Association l'industria del falso incide almeno per il 20% sul fatturato mondiale solo per quanto riguarda abbigliamento, accessori e calzature. A nome del Governo italiano, il ministro delle Attivita' produttive, Antonio Marzano, in questi giorni nella capitale cinese per aprire la strada alle commesse italiane in vista dei Giochi olimpici del 2008 dichiara: ''Abbiamo chiesto al Governo cinese di essere piu' severo nel controllo dei marchi e dei brevetti. La Cina e' entrata di recente nel Wto e questa le impone diritti e doveri. Questa adesione impone di essere piu' stringenti per quanto riguarda le contraffazioni che per noi rappresentano un problema gravissimo. Una richiesta che, pero', non ricevera' sufficiente attenzione dal Governo cinese, almeno secondo Cesare Romiti che e' in questi giorni a Pechino in qualita' di presidente dell'Istituto italo-cinese: ''Il mercato cinese e' gia' di per se' particolarmente difficile - spiega Romiti - caratterizzato com'e' da investimenti a lungo termine, da una concorrenza giocata sul prezzo (spesso sul dumping) e su politiche interne che ancora non sanzionano o limitano la produzione di imitazioni e di falsi, tanto dannosi per l'Italia, che del fashion e del design ha fatto un punto di forza della propria bilancia commerciale, oltre che della propria immagine. La necessita' di un'azione condivisa e programmata - ha insistito Romiti - e' diventata una delle priorita' da realizzare nell'ambito del programma bilaterale''. Quello che serve, ha avvertito il presidente della Rcs, e' una unita' di coordinamento per declinare priorita', modalita' di presenza e azione secondo piani stabiliti per via politica, istituzionale e imprenditoriale''. A nome delle imprese parla il consigliere incaricato di Confindustria per l'internazionalizzazione, Giancarlo Cerutti, che ha invitato il Governo ''a difendere il sistema delle imprese.
L'Esecutivo deve aiutarci della difesa dei marchi e dei brevetti. Il ruolo dell'industria italiana nel mondo e' cresciuto molto in questi ultimi 10 anni: ci presentiamo su questo palcoscenico con la creativita', la capacita' tecnologica, l'innovazione, il prodotto, soprattutto lo spirito imprenditoriale tipico del nostro Paese. Fattori che hanno permesso al nostro sistema impresa di ottenere molte posizioni di leadership in tanti settori dell'economia''. Questo, ha concluso, necessita pero' di un monitoraggio attento per evitare che l'industria della contraffazione penalizzi oltremodo l'Italia che della politica del marchio nazionale ha fatto una griffe in tutto il mondo. (ANSA).