IL MATTINO DI PADOVA: MIGLIAIA DI OCCHIALI ANTICHI ESPOSTI AL MUSEO DELLA LUXOTTICA
Millecinquecento pezzi rarissimi per non dire unici, esposti e catalogati. Altri duemila non ancora posti nelle teche, in attesa di essere pazientemente registrati. Nelle Vecchie Scuderie di Palazzo dei Manzoni, ad Agordo, si possono ammirare occhiali, cannocchiali, macchinari, astucci e tutto ciò che, attraverso i secoli, ha fatto la storia dell'occhiale, delle lenti. Un museo, quello della Luxottica, fortemente voluto da Marisa Del Vecchio, figlia del fondatore e presidente del più grande gruppo produttivo di occhiali del mondo, che dovrebbe essere visitato da tutti anche per capire l'evoluzione della tecnologia nei secoli e come i nostri avi affrontavano il problema della vista.
Marisa Del Vecchio è riuscita a trovare migliaia di autentici e unici pezzi frequentando le case d'asta di tutto il mondo, i mercatini, le collezioni private. Innamorata del lavoro del babbo Marisa Del Vecchio è riuscita a mettere insieme, a comperare, a restaurare, a catalogare migliaia di esemplari. Tanti, tantissimi pezzi che oggi si possono vedere ad Agordo, appunto a Palazzo dei Manzoni, ma che tra non molto potrebbero finire a Milano o Venezia, in una sede prestigiosa, aperta a milioni di turisti, di visitatori di ogni dove. Marisa Del Vecchio vuole appunto che tutto quello che ha raccolto possa essere a disposizione di più persone, non delle poche che recandosi ad Agordo trovano il tempo per ammirare gli occhiali esposti. «La mia più grande soddisfazione è stata quella di vedere mio padre commuoversi davanti a tanta storia - racconta la figlia di Del Vecchio - ho capito in quel momento di aver realizzato qualcosa di utile che lui, forse, non aveva mai avuto il tempo di mettere assieme. Nel nostro Museo è possibile ammirare l'intera collezione di Fritz Rathschuler, l'ottico genovese di origini austriache che mise assieme cose portentose che siamo riusciti ad acquisire. E' quindi possibile trovarsi di fronte al rarissimo libro di preghiera del '700 con la sede per ospitare gli occhiali ad arco, pressata nella copertina di cartone oppure lo studio del Ghirlandaio della seconda metà del 1400 per Santa Maria Novella di Firenze. E che dire dei curiosi occhiali antiradiazioni in nichel con addizionali in ottone della fine dell'800, di manifattura tedesca. Poi gli astucci, soprattutto quelli cinesi e i cannocchiali che trovo splendidi». Come il cannocchiale astronomico di Campani, datato 1682, dell'incredibile lunghezza di otto metri e con 85 ingrandimenti. E poi quello di Francesco Fontana del 1650 che ha anticipato Keplero nell'introduzione della lente biconvessa. E che dire del cannocchiale appartenuto a Luigi XIV oppure gli occhialini di Camillo Benso conte di Cavour o quelli in tartaruga di Francesco Giuseppe, imperatore d'Austria o quelli di Pio IX.
«Oggi - spiega Marisa Del Vecchio - possiamo ancora trovare pezzi autentici in Francia e in Inghilterra mentre in Italia, specie sugli occhiali dell'800, c'è una specie di speculazione. Vengono venduti a prezzi che hanno dell'incredibile. Continuerò a cercare occhiali e tutto ciò ad essi legato anche se oggi per prima cosa c'è da catalogare tutto quello che abbiamo, restaurare, possibilmente spostare tutto in una sede più raggiungibile». Al Museo, ovviamente, ci sono anche sei aste di occhiali dorate e due bulini del 1961, le prime intagliate da Leonardo Del Vecchio per Luxottica. Ci sono i primi occhiali dell'azienda e questo anche se Leonardo del Vecchio non vuole vederli. Ogni cosa da lui fatta nel passato la ritiene superata, non vuole più vederla. Ma, evidentemente, sua figlia Marisa sa che continua ad amare ciò che ha fatto anche se non vuole ammetterlo.
(Fonte: www.mattinopadova.it)