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Distretti: all'estero le produzioni di massa

Adriano Sartor, Presidente del Club dei Distretti Italiani, in occasione del recente meeting dell'Associazione tenutosi a Prato, ha proposto di spostare all'estero le produzioni di massa per mantenere in Italia quelle di alta qualità. L'idea è stata avanzata anche ai rappresentanti di altre associazioni presenti al meeting tra cui Mario Maselli (presidente Unione Industriale Pratese), Renato Sopracolle (Belluno), Guglielmo Querini (Manzano), Cesare Oliosi (Verona) e Armando Lorenzini (Novara).
Secondo Sartor, a causa della globalizzazione, l'incidenza della manodopera di qualsiasi settore ha provocato un divario enorme tra i costi delle produzioni italiane e quelle dei paesi in via di sviluppo. La delocalizzazione di una parte dei prodotti di massa diventa, perciò, una necessità improrogabile che i distretti intendono discutere insieme al governo. Sartor cita come modello da imitare quello della Germania che prima 'conquista' nuovi mercati con le ambasciate, poi con le banche e infine con le imprese. 'Per gli industriali italiani, invece', afferma Sartor, 'è impossibile trovare persino un traduttore attraverso le nostre ambasciate''.

Il Club dei Distretti Italiani riunisce 31 distretti industriali ai quali si sono recentemente aggiunti quelli di Marzano, San Daniele (agro-alimentare), San Benedetto del Tronto (agro-alimentare), Nocera Inferiore (agro-alimentare), Conegliano (Inox-valley) e quelli dell'opitergino mottense (legno-arredo) e di Mazara del Vallo (pesca).

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