ANFAO: rallenta l'export dell'occhiale
Si è svolta ieri a Longarone (BL) l'Assemblea Generale di ANFAO - Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici - durante la quale le aziende del settore insieme ad alcuni rappresentanti istituzionali hanno fatto il punto della situazione dell'occhialeria italiana. L'Assemblea è stata divisa in un due sessioni: la prima parte privata dove hanno partecipato solo i soci di ANFAO; la seconda invece pubblica cui sono intervenuti Nicola Tognana, Vicepresidente di Confindustria, Guido Razzano, consigliere del Viceministro Urso (Attività Produttive) e altri alti funzionari della regione Veneto.
In questa occasione i vertici di ANFAO hanno lanciato un nuovo appello al governo affinché intervenga su alcune questioni importanti per lo stato di salute del comparto occhiale che nel primo trimestre di quest'anno ha subito dei rallentamenti: una politica fiscale di aiuto alle imprese, una forte attività di promozione all'estero, verifiche sul mercato interno e un rigido controllo in partenza dall'Asia sulle etichettature d'origine.
Il settore dell'occhialeria, infatti, ha iniziato il 2002 a rilento. Nonostante i segnali più che positivi pervenuti dal MIDO (la più importante fiera del settore) dove è stato raccolto un buon numero di ordini, le cifre esposte ieri da Vittorio Tabacchi, presidente di ANFAO, sono meno rassicuranti.
Gli strabilianti successi del passato cui l'occhiale Made In Italy si era abituato sembrano essersi interrotti. E a impensierire ancora di più le aziende italiane è il numero in crescita delle importazioni provenienti dai paesi asiatici che, nonostante producano occhiali contraffatti o di bassa qualità, saturano comunque il mercato togliendo spazio alla produzione italiana. Secondo una ricerca compiuta dalla Commissione Europea, l'Europa importa ogni anno dall'Oriente circa 126 milioni di occhiali da sole mentre ne esporta 51 milioni di paia di alta gamma. E a farne le spese sono soprattutto le piccole e piccolissime imprese. Vittorio Tabacchi si è detto preoccupato da questo fenomeno non solo perché 'si tratta di prodotti di scarsa qualità non facili da intercettare', spiega, 'ma anche perché difficilmente si potrà frenare questa tendenza in presenza della libera circolazione delle merci nella UE dopo l'entrata della Cina nel WTO'. Il governo perciò dovrà aumentare i controlli per individuare e ritirare in modo tempestivo i prodotti non conformi alle norme.
Ma vediamo in dettaglio le cifre: l'esportazione dell'occhiale italiano nel primo trimestre 2002 si è fermata a +0.93% su un valore di 404,4 milioni di euro. Sono aumentate invece le importazioni del 7,8% che raggiungono così quota 123,3 milioni di euro. Sul fronte delle vendite all'estero tiene bene ancora l'occhiale da sole che registra un aumento del 14,1% mentre le montature perdono il 16%. Particolarmente preoccupante è il dato proveniente dal mercato americano (uno dei più ricchi per l'occhialeria italiana) dove si registra una inflessione delle montature del 36% in parte mitigata però dal +23,7% fatto registrare dal 'sole'.
All'assemblea di ANFAO è intervenuto anche Nicola Tognana, Vicepresidente di Confindustria, che ha confessato che 'non tutto è stato fatto di quello che il governo aveva promesso' sopratutto riguardo alla lotta contro il sommerso e alla riduzione della pressione fiscale. In una lettera inviata ai vertici di ANFAO invece, il Viceministro alle Attività Produttive, Adolfo Urso, ha spiegato che 'l'ingresso della Cina nel WTO rappresenterà anche un'occasione di maggiore controllo sugli standard qualitativi della loro produzione'.