Diciassette case e le persone che le abitano, cinque diverse città in tre continenti, sono state ritratte da Gianluca Vassallo e narrate dallo scrittore Flavio Soriga, per il progetto firmato Foscarini: Vite.
Vite rappresenta la volontà di mettere al centro le persone, di parlare di luce partendo non dalla lampada -chila disegna, la sviluppa o la produce -ma da chi la vive all'interno del proprio spazio più intimo: la casa.Una nuova prospettiva, un aggiornamento del punto di vista, un’evoluzione del modo in cui l’azienda si pone rispetto ai propri prodotti.
Al centro dell’obbiettivo e della narrazione sono le persone, mentre lo sguardo viene lasciato libero di aggirarsi in ambienti intimi, veri e pertanto anche imperfetti. Non più controllatissimi set fotografici, ma case vissute, quotidiane, che ci raccontano da vicino le storie delle persone che le abitano.Il concept spiegato da Carlo Urbinati“Persone che, con molta pazienza, ci hanno messo a disposizione i loro spazi, le loro vite, dove Foscarini è entrata in punta di piedi”, commenta Carlo Urbinati, presidentedi Foscarini.
“Quello che cambia è il punto di vista: la scelta del punto da cui riprendere la scena che, come insegnava Antonioni, è una scelta morale, che racconta dove ti metti tu, come ti vedi nel mondo, da dove vedi il mondo. Con questo progetto il prodotto non è più al centro, perché al centro ci sono le persone. È un cambio di focus, una dichiarazione di principio. Sono le persone che scelgono e noi vorremmo far parte del loro panorama emotivo, del loro panorama di casa".
Una relazione autentica quella che si è creata dapprima tra Vassallo e le persone protagoniste di Vite e poi tra le stesse e Soriga, ritornato in quei luoghi a raccogliere con una scrittura molto personale il diverso senso di casa, il loro rapporto con la città in cui abitano, ciascuna con una luce diversa: la luce del Nord, del Sud, dell’Est e dell’Ovest