Lanciata nel 2017, Thélios nasce nel 2017 da una joint venture tra LVMH e Marcolin, due gruppi che fin da subito hanno condiviso la stessa visione del futuro dell’eyewear.
Di questa visione, della Manifattura di Longarone (ad oggi l’unico sito produttivo) e di molto altro abbiamo parlato con Sara Osculati, Chief Brand and Product Officer Thélios.
Qual è la vostra vision?
Sono ormai passati tre anni dalla nascita di Thélios e la nostra vision è rimasta immutata: rimettere l’eyewear al cento della strategia delle maison di LVMH.
Abbiamo sempre pensato che questo prodotto potesse essere sì potente - può dare una maggiore visibilità al marchio e potenziare la clientela - ma anche pericoloso - se non in linea con il DNA del brand, con le sue peculiarità, rischia di creare confusione e generare una percezione sbagliata dei valori del marchio.
Qual è la vostra strategia per fare convivere le esigenze del mondo moda con quelle del fashion?
La nostra idea base non è creare un accessorio a sé ma coinvolgere il direttore creativo di ciascuna maison per poter integrare concretamente la sua visione nella collezione.
Ciò è possibile solo se si cambiano i tempi di sviluppo dell’eyewear, adeguandoli a quelli delle altre categorie di prodotto: l’intero sistema industriale deve seguire questo nuovo ritmo, fino ad ora inedito per il nostro comparto.
Qual è il “segreto” per riuscire a realizzare questa sintonia?
Il settore dedicato alla prototipia, che rappresenta uno dei cardini della produzione, lavora costantemente con la parte di industrializzazione prodotto. Il dialogo continuo tra i due dipartimenti è il segreto per poter accorciare i tempi!
Torniamo alla Manifattura di Longarone: ci racconterebbe l’evoluzione e le peculiarità del vostro sito produttivo?
La Manifattura è nata a Longarone nel 2017 ed è un’organizzazione produttiva completa che si occupa del prodotto eyewear a 360°: dal brief creativo iniziale alla realizzazione finale. La partnership con Marcolin è garanzia di un knowhow pluriennale e di un capillare controllo della produzione.
Siamo partiti con la produzione degli occhiali Céline e recentemente, a luglio per la precisione, c’è stata un’estensione per accogliere Dior, il cui lancio avverrà a gennaio 2021. Ad oggi la manifattura si estende su 18mila mq e ha una capacità produttiva di 4,5 milioni di pezzi.
Abbiamo deciso di affidarci per il 20% a risorse esterne del territorio per avere un contatto con i fornitori del luogo. Gli accordi in essere riguardano la produzione degli iniettati, mentre la produzione di acetati e metalli viene realizzata internamente.
In autunno ci sarà l’inaugurazione della seconda parte della Manifattura.
Parlava della vostra strategia di mantenere il legame con il territorio. Qual è la vostra filosofia relativa alle risorse umane?
Abbiamo effettuato un investimento in termini di risorse umane molto importante: attualmente la nostra struttura a livello mondiale si avvale di 350 addetti. L’idea era creare un’organizzazione che unisse profili senior e junior. L’età media nella Manifattura è di 27 anni.
Ci farebbe un esempio concreto dell’interazione con le maison di moda?
Sì, gliene faccio due: Stella McCartney e Rimowa.
Da quest’anno Stella Mc Cartney è entrata nel gruppo e l’impegno comune è stato finalizzato alla creazione di un lusso sostenibile ed etico, che da sempre caratterizza il brand. Le montature della collezione hanno infatti ottenuto la certificazione UL- Underwriter Laboratories, realtà specializzata nella valutazione di prodotti dal punto della loro sostenibilità ambientale.
La collezione si distingue infatti per le innovazioni sostenibili, come le bio-lenti composte per il 39% da olio di ricino che permettono una riduzione delle emissioni di carbonio del 40% sulla materia prima e il bioacetato derivato per il 68% da fibre di legno e cotone.
Per marchio Rimowa, introdotto nel 2020, l’approccio è partito direttamente dal travel (ndr. il brand è specializzato in prodotti high-end per il travel): volevamo occhiali funzionali e abbiamo puntato sulla loro leggerezza, elemento fondamentale per un viaggiatore.
Come affronta Thélios il tema della distribuzione: su quali principi si basa?
Su una distribuzione assolutamente selettiva, che rappresenta la naturale estensione del nostro credo. La selezione del centro ottico avviene su determinati criteri qualitativi, che variano a seconda dei brand di riferimento.
Come avete affrontato l’emergenza COVID-19?
La Manifattura è stata chiusa solo due settimane. Credo che sia importante comunicare gli insegnamenti che ci ha portato la pandemia: abbiamo imparato a lavorare in modo totalmente safe, seguendo tutti le norme stabilite dalla legge e, contemporaneamente, abbiamo concesso lo smart working dove è stato possibile.
Abbiamo inoltre potenziano la relazione con i clienti: abbiamo approfittato di questo periodo per fare training a distanza sulle collezioni e anche su temi più tecnici. Abbiamo imparato a “vendere a distanza”.
Posso infine tranquillamente affermare che Thélios rimane comunque un’azienda in crescita.