Dopo un 2021-22 con un deciso rimbalzo del PIL, post lockdown, e il ritorno alla normalità economica, le tre locomotive globali - Stati Uniti, Unione europea e Cina – hanno iniziato a frenare e il contesto globale ne ha risentito complessivamente.
Nel 2023 lo scenario economico globale si è indebolito, in Europa per gli impatti negativi dell’inflazione ancora elevata e della stretta monetaria, negli emergenti per la dinamica dell’economia cinese che sta stentando più dell’atteso.
L’attività manifatturiera mondiale ha subito una sostanziale battuta d’arresto. Hanno pesato vari fattori: lo spostamento dei consumi dai beni ai servizi, l’indebolimento dell’industria europea e le condizioni più difficili per la domanda, soprattutto di investimenti, a causa della stretta sul credito e del graduale esaurirsi delle politiche emergenziali.
Ciò si è riflesso in un calo del commercio mondiale di beni, che è frenato in modo particolare dall’elevata incertezza geoeconomica, dal rafforzamento del dollaro e dal moltiplicarsi delle barriere commerciali.
Il post Covid, insomma, non si è lasciato alle spalle l’eredità più pesante: l’incertezza.
Se il 2022 verrà ricordato per l’aggressione della Russia all’Ucraina, il 2023 non sarà da meno con la guerra di Israele ad Hamas che ha, di fatto, innescato una serie di tensioni in Medioriente che in questi giorni viviamo anche attraverso la questione del Canale di Suez.
L’economia italiana nel 2023
Nel 2023 l’economia italiana è scivolata verso i modesti ritmi di crescita che l’avevano contraddistinta nei decenni precedenti così come quella europea.
Dopo la pandemia e la crisi energetica che hanno fatto impennare l’inflazione ciò è dovuto principalmente al rialzo dei tassi di interesse. Inoltre, una volta raggiunti di nuovo i livelli di spesa cui si era dovuto rinunciare, i tassi di crescita dei consumi sono andati diminuendo; nel 2023, su ritmi pari a circa un quarto di quelli del 2022.
Il canale attraverso cui i rialzi dei tassi stanno impattando sulla domanda interna e, quindi, sul PIL, è quello del credito bancario per famiglie e imprese. Dal lato delle aziende, è aumentato il costo del credito. Dal lato delle famiglie, il percorso è del tutto analogo, e passa attraverso i mutui per la casa e il credito al consumo.
Gli scambi commerciali hanno avuto un andamento molto brillante nella prima parte dell’anno per poi esaurirsi nell’ultimo trimestre.
L’occhialeria italiana nel 2023
L’occhialeria italiana ha sostanzialmente seguito queste dinamiche: nel primo semestre le esportazioni hanno sostenuto brillantemente il settore continuando a crescere a doppia cifra rispetto al 2022, mentre nel secondo semestre l’andamento mensile dell’export è stato piatto se non leggermente negativo rispetto all’anno precedente.
Sulla base degli ultimi dati a disposizione (ottobre 2022) abbiamo elaborato un preconsuntivo 2023 che vede una produzione dell’occhialeria italiana nel 2023 di 5,52 miliardi di euro, in crescita del 8,4% rispetto al 2022.
Il saldo totale dei produttori è calato di 1,7 punti percentuali e si è attestato a 816 aziende a livello nazionale.
Sul fronte occupazionale la chiusura dell’anno sembra al momento essere positiva: 18.620 addetti, il 2% in più rispetto al 2022.
Preconsuntivo esportazioni 2023
Sempre secondo le proiezioni sulla base del periodo gennaio-ottobre 2023, le esportazioni, di montature, occhiali da sole e lenti, che assorbono circa il 90% della produzione del settore, sono cresciute del 7,6% sul 2022 arrivando a 5,26 miliardi di euro.
L’export degli occhiali da sole nel 2023 ha fatto segnare una variazione tendenziale del 6,9% attestandosi a circa 3,6 miliardi di euro.
Le esportazioni di montature hanno segnato, invece, una crescita del 9,1%, arrivando a 1,6 miliardi di euro.
Gli ultimi sviluppi internazionali hanno pesato anche sull’andamento delle importazioni che stimiamo chiudano sotto di oltre 2 punti percentuali rispetto al 2022 con un preconsuntivo 2023 di circa 1,6 miliardi di euro.
La bilancia commerciale dell’occhialeria italiana incrementa comunque il suo attivo (3,6 miliardi di euro circa il saldo export-import nel 2023).
Preconsuntivo esportazioni 2023 per aree geografiche
Considerando i due macro-segmenti di prodotto nel loro complesso, occhiali da sole e montature, relativamente alle aree geografiche in dettaglio, possiamo osservare che:
Preconsuntivo esportazioni 2023 per paesi
Dal punto di vista dell’analisi per singoli paesi di esportazione si può evidenziare:
Preconsuntivo esportazioni 2023: i volumi
L’occhialeria italiana ha esportato nel 2023 112 milioni di paia di occhiali, quantità in leggero aumento rispetto al 2022 (+2,7).
Del totale di paia di occhiali esportati, 67 milioni sono di occhiali da sole (il 60% circa) e 45 milioni di montature da vista (il 40%).
Preconsuntivo mercato interno 2023
I consumi, monitorati da GfK nel canale specializzato di ottica, hanno registrato una buona performance rispetto al 2022 nel primo semestre del 2023 (+4,3% in valore). Nella seconda parte dell’anno anche i consumi interni hanno mostrato un rallentamento e il preconsuntivo 2023 che abbiamo elaborato mostra una crescita di poco superiore al 2022 in valore.
Anche il dato del sell-in conferma queste tendenze.
Previsioni 2024
Secondo il World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, la crescita dell'economia mondiale ha frenato nel 2023 e si ridurrà ulteriormente nel 2024, con un rallentamento che investe maggiormente i paesi sviluppati e meno gli emergenti. Tra le cause del rallentamento il rapporto indica la guerra in Ucraina, la crescente frammentazione dell'economia e alcune più cicliche come la stretta monetaria anti inflazione, il ritiro degli aiuti pubblici e gli eventi climatici estremi.
Il 2024 si è poi aperto con nuove tensioni e con ulteriori rischi per i flussi commerciali, dovuti alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez: a gennaio il traffico di navi nel Mar Rosso si è più che dimezzato. Occorre tenere conto che il 90% del volume degli scambi avviene via mare e che il 12% transitava per Suez; per l’Italia il 54% degli scambi è via nave, di cui il 40% tramite Suez. Più il blocco sarà prolungato, maggiori saranno gli effetti negativi sul commercio estero globale e Italiano.
Per l’occhialeria italiana, quindi, si prospetta un 2024 complicato dove al tema dei costi che costringe le aziende a lavorare con margini sempre più ridotti si aggiungono la difficoltà di accesso al credito e la debolezza della domanda estera.
“Chiudiamo un 2023 ancora positivo, export e produzione sono cresciuti, il numero delle aziende è sostanzialmente stabile e gli occupati leggermente in crescita. Lo testimonia – afferma la Presidente di ANFAO, Lorraine Berton – un MIDO che si apre tra qualche giorno a Milano con una partecipazione davvero importante da parte del settore a livello italiano e internazionale”.
“Le prospettive per l’economia italiana nel 2024 ereditano però dall’anno precedente una frenata del commercio internazionale e un aumento dei tassi di interesse senza precedenti nella storia dell’euro”. – continua la Presidente – “La situazione internazionale la conosciamo tutti, le guerre, la questione del canale di Suez, le tensioni geopolitiche tra i paesi e le tensioni all’interno dei paesi (moltissimi), che sono e saranno a breve interessati dalle dinamiche elettorali, non fanno che accrescere l’incertezza generale. E per il nostro settore le esportazioni sono fondamentali, la domanda estera per noi, più che per altri settori, è l’attivatore della manifattura italiana e la cartina di tornasole della nostra competitività nel mondo”.
“Siamo nuovamente di fronte a un quadro incerto, ma – ancora una volta – la nostra Associazione farà la sua parte, stando vicina alle aziende e rivendicando tutti gli strumenti necessari che non possono prescindere da una nuova politica industriale, nazionale e europea”.
“Per mantenersi sugli attuali livelli di eccellenza e rappresentare il Made in Italy più autentico, chiediamo alle Istituzioni di favorire gli investimenti: solo investendo in nuove tecnologie e nuove competenze possiamo davvero innovare ed essere competitivi. Le aziende vanno sostenute nelle due sfide principali del momento, la transizione digitale e quella green. Lo stesso Made in Italy passa per la declinazione – in tutte le sue forme – del concetto di sostenibilità. I nostri occhiali sono sempre stati belli e ben fatti, adesso devono essere sempre di più sostenibili e innovativi. È un obiettivo che dobbiamo perseguire con tutte le nostre forze, liberando creatività e risorse. Su questo, attendiamo risposte urgenti che non possono prescindere dalle risorse comunitarie in campo, PNRR e fondi per la coesione innanzitutto” – sottolinea con decisione Lorraine Berton.
“C’è poi un fattore olimpico che rinsalda il legame tra occhialeria e territori e che va valorizzato fino in fondo” – rimarca Berton, anche in qualità di Presidente di Confindustria Belluno Dolomiti e Presidente del Gruppo Tecnico Sport e Grandi Eventi di Confindustria. – “Milano e Cortina saranno le sedi principali delle Olimpiadi 2026: da un lato c’è la capitale di MIDO, dall’altro la Regina delle Dolomiti, immersa nel Distretto bellunese dell’occhiale. Per il settore dell’eyewear questi Giochi non sono una mera coincidenza, ma un’opportunità strategica, dove la bellezza dei luoghi riflette quella dei prodotti. Le Olimpiadi non sono solo un evento sportivo e turistico, bensì un’occasione per lo stesso manifatturiero: una vetrina del Made in Italy che sta a noi allestire nel migliore dei modi. Su questo ANFAO è già mobilitata: le Olimpiadi porteranno talenti e infrastrutture che possono diventare fondamentali anche per il nostro settore”.
I dati e le tabelle sono stati elaborati da ANFAO su dati ISTAT, Coeweb, Global Trade Atlas, INPS, CCIAA, Cerved Atoka.