È ufficialmente partito "Micro-Alps", il progetto Interreg Italia-Austria che punta a combattere la diffusione delle microplastiche nelle acque alpine, con un'attenzione particolare all'impatto della filiera dell'occhialeria.
Capofila dell'iniziativa è il Competence Hub Certottica di Longarone, in collaborazione con l'Università Ca' Foscari di Venezia, l'Ökoinstitut di Bolzano e l'Università di Scienze Applicate della Carinzia (Austria). Nei giorni scorsi, i partner si sono riuniti nella Sala "Popoli d'Europa" della sede dell'Unione Montana Cadore Longaronese Zoldo per il kick-off meeting ufficiale.
«Il nostro obiettivo principale – ha dichiarato Marco Calvi, Group Research & Innovation Manager di Certottica – è approfondire il fenomeno delle microplastiche prodotte dalla molatura delle lenti, una delle attività centrali nel distretto dell'occhialeria bellunese. Vogliamo sensibilizzare sia il settore industriale che quello scolastico, sviluppando tecniche innovative per recuperare e riutilizzare questi materiali come pellet o filamenti per stampanti 3D».
In questa sfida entra in campo anche l'Università Ca' Foscari, che attraverso il Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi coordinerà la valutazione degli impatti ambientali e l'eventuale recupero delle microplastiche. «Stiamo lavorando a un progetto innovativo – spiega Valentina Beghetto, coordinatrice del progetto per Ca' Foscari – che consentirà di reimmettere le microplastiche recuperate nella filiera dell'economia circolare, invece di destinarle alla termovalorizzazione».
La sensibilizzazione sarà affidata soprattutto all'Ökoinstitut di Bolzano, specializzato nella formazione e nella divulgazione ambientale. «Spesso manca la consapevolezza su come si formano e quali impatti abbiano le microplastiche – ha sottolineato la direttrice Sonja Abrate –. Il nostro ruolo sarà proprio quello di diffondere questa conoscenza, partendo dalle scuole fino ad arrivare alla comunità locale e al settore industriale».
Infine, l'Università di Scienze Applicate della Carinzia si occuperà degli aspetti transfrontalieri, come spiega Sandra Schulnig, ricercatrice senior: «Analizzeremo in particolare la situazione nell'area di confine austro-italiana, confrontando i sistemi di filtraggio esistenti e creando un living lab per sperimentare il riuso delle microplastiche tramite la stampa 3D».
Il progetto Micro-Alps durerà due anni e si concluderà a marzo 2027, puntando a diventare un modello di sostenibilità e innovazione per l'intero arco alpino.