L’appello al Governo di Confindustria Accessori Moda e di SMI Sistema Moda Italia sulla questione credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo per il periodo 2015-2019
La questione del Credito d’Imposta per le imprese del settore moda e accessorio relativamente al periodo 2015-2019 (articolo 3 del Dl 145/2013) rimane irrisolta, nonostante mesi di pressioni da parte di Confindustria Accessori Moda e di SMI Sistema Moda Italia sul Governo, anche durante gli incontri del Tavolo della Moda, che hanno cercato di far risolvere le criticità applicative che si evidenziavano lungo il percorso, ottenendo sia proroghe sulla data di riversamento spontaneo richiesto alle aziende sia modalità per la certificazione dei progetti presentati dalle aziende.
Inizialmente, i campionari stagionali destinati al mercato rientravano nelle attività di Ricerca e Sviluppo agevolabili. Tuttavia, nel 2022, l’Agenzia delle Entrate ha cambiato interpretazione (Risoluzione 41), escludendo le spese per la ricerca estetica e permettendo solo quelle legate all’innovazione rispetto allo “stato dell’arte” del settore. Questa decisione retroattiva ha obbligato le aziende di moda e accessori a restituire i crediti d’imposta ottenuti tra il 2015 e il 2019, nonostante fossero stati precedentemente approvati dal Ministero.
Le associazioni di categoria hanno sollecitato l'emanazione di un'applicazione autentica che ripristinasse le normative precedenti al 2022. Tuttavia, questo suggerimento non è stato accolto; è stato introdotto solo un contributo in conto capitale per le aziende che aderiranno al riversamento spontaneo entro il 31 ottobre. Questo contributo, previsto da un fondo di 190 milioni di euro in fase di approvazione, sarà disponibile non solo per le aziende del settore moda, ma anche per quelle di altri settori, implicando un aiuto minimo per ciascuna impresa.
Entro il 31 ottobre 2024, dunque, tutti gli imprenditori coinvolti devono decidere se restituire spontaneamente i crediti ottenuti oppure considerare i loro progetti nei parametri agevolabili, affrontando per vie legali eventuali contenziosi.
Confindustria Accessori Moda e SMI Sistema Moda Italia ritengono che l’applicazione retroattiva della nuova interpretazione sia dannosa per la certezza del diritto e penalizzante per il settore moda, che tra il 2015 e il 2019 aveva ricevuto conferme ufficiali sull’ammissibilità dei costi per i campionari. Per questo, hanno lanciato una campagna informativa con una “Lettera Aperta” sui principali quotidiani per informare le aziende che avevano basato i loro progetti di ricerca sulle normative vigenti dell'epoca.
L’intero sistema della moda e dell’accessorio italiani è compatto nella richiesta di chiarezza e certezza giuridica: Confindustria Accessori Moda e SMI Sistema Moda Italia proseguiranno a supportare le aziende rappresentate affiancandole anche in questa complessa vicenda.