Non è affatto raro che l’industria dell’eyewear instauri collaborazioni extra settoriali con i settori più disparati, anzi: spazia dal fashion all’immancabile design, alla musica, alle celeb fino a mondi più lontani come quello dei motori. Questo coinvolgimento cross-over evidenzia come la creatività nell’occhiale sia sempre più trasversale e network-oriented.
Generalmente il successo commerciale di queste collaborazioni è garantito fin da subito e di fatto sono oggi il modo più agile per allargare il pubblico di riferimento. Perché? Semplice: il consumatore è sempre più attento e ha alzato l’asticella cercando articoli unici e introvabili, che riflettano la cultura attuale e il proprio essere. Per avere successo non basta però l’unione di due brand; questi devono essere combinati offrendo nuovi contenuti stilistici e abbinati a una narrazione autentica. Solo attraverso questa metodologia il successo sarà quindi garantito.
Il fenomeno gode attualmente di “buona salute” ed è in continua evoluzione ed espansione. A confermarlo le collaborazioni che abbiamo visto quest’anno.
Interessante l’incontro tra Oliver Peoples e Brunello Cucinelli da cui è nata una collezione sviluppata, a detta delle maison stesse, “nel rispetto della tradizione artigianale e con la massima attenzione al Creato e alla dignità dell’uomo”.
Un altro crossover degno di menzione è quello tra L.G.R. e il brand di scarpe italiano Superga che si è concretizzato in un occhiale da sole che ha preso come riferimento l’iconico modello Jambo - bestseller della collezione L.G.R - ed è stato personalizzato sulla base dei colori e delle finiture della scarpa Bold Organic Canvas, in cotone organico dall’aspetto grezzo e privo di tinture.
Ha attinto dal mondo della moda anche Andy Wolf con il progetto “Sol e Mar”, realizzato in collaborazione con l’azienda tessile Vossen. I due brand, con stabilimenti produttivi in Austria, hanno dato vita a una collezione di 8 capi mare, in spugna, completata da due modelli di occhiali in acetato coordinati.
Un’altra realtà che con il suo DNA innovativo è approdata fuori dall’eyewear è Movitra, realizzando una collezione di occhiali da sole con il produttore di barche Riva, "Riva by Movitra". L'artigianalità, la cura dei dettagli e l'attenta scelta dei migliori materiali è stata replicata anche nella collaborazione con MV Agusta. Questa liason ha dato vita a un occhiale altamente tecnologico, in metallo e titanio con lenti fotocromatiche Barberini.
Nel mondo dei motori c’è anche la consolidata liason tra Police e il pilota Lewis Hamilton.
C’è anche chi ha trasformato le collaborazioni in una filosofia di marchio. Stiamo parlando di Retrosuperfuture che ha ad esempio unito la sua creatività a Marcelo Burlon County of Milan, Havana Club Woolrich e KWay solo per citarne alcune.
La tedesca Mykita ci ha portato fino in Giappone con la collab con l’artista musicale e multi-talent creativo Daiki Tsuneta, leader dei King Gnu, una delle più grandi band giapponesi, proponendo una limited edition unica nel suo genere - Mykita for Daiki Tsuneta.
Pacha e Italia Independent hanno invece realizzato una prima collezione in cobranding, lanciata dopo la firma, di un accordo della durata di tre anni per la creazione di collezioni eyewear in licenza.
Quale sarà il futuro delle collaborazioni? La direzione sembra essere già scritta e punterà verso l’accrescimento dei contenuti, l’innovazione e la scelta di materiali e metodologie produttive green-oriented. Il tutto in versione tailor-made.
Ovviamente le collaborazioni citate sono solo alcune di quelle realizzate nell’eyewear e ce ne sono altre di altrettanto valore non menzionate.