La flessibilità al centro dell’evoluzione.
Nel lontano 1954 Giorgio Nannini fonda le basi per la Nannini. Se all’inizio la società si specializza nella produzione di occhiali tecnici per piloti di auto e moto, allargando poi lo studio allo sci ed alla vela, con l’evoluzione tecnologica il suo segno distintivo diventa gli occhiali pieghevoli a cui affianca nel 2015 proposte in acetato di cellulosa.
In linea con la mission aziendale contraddistinta da un’estrema flessibilità, l’azienda ha attuato una conversione della produzione verso la creazione di occhiali di protezione. Ne abbiamo parlato con Davide Degl'Incerti Tocci, attualmente alla guida della Nannini insieme ad Alberto Gallinari.
L’emergenza Covid ha accelerato i processi di cambiamento delle aziende: come avete reagito?
La nostra prima reazione, dopo un momento di preoccupazione e sconforto, è stata quella di riunirci intorno a un tavolo con tutto il nostro team per capire come poter far fronte ad un momento tanto delicato e dall'evoluzione imprevedibile. Da questo incontro e da una richiesta da parte dei Vigili del Fuoco di Reggio Emilia, è emersa la volontà di mettere al servizio della comunità le nostre competenze e provare a sviluppare occhiali di protezione per far fronte all'emergenza.
Questo ha fatto sì che oggi abbiamo posto in essere una conversione aziendale efficace con l'introduzione di nuovi macchinari che ci permettono più flessibilità e l'introduzione di sei nuovi modelli di occhiali dedicati dell'emergenza Covid in iniettato, mai prodotti precedentemente dalla nostra azienda.
Quale sarà il mercato più difficile da riconquistare?
Abbiamo assistito a uno stop drastico da parte di tutti i mercati a livello globale, cosa mai successa in precedenza. Oggi notiamo che la Cina ha già ripreso un ritmo quasi normale mentre l'Europa sta dando segni di ripartenza, l'Italia prima su tutti.I problemi più grossi sembrano arrivare dal Sud America che versa oggi nelle condizioni peggiori, mentre il Nord America, pur dovendo affrontare anche il problema delle forti tensioni sociali, sta lentamente ripartendo.
Qual è la sfida che il comparto dell’occhiale si trova davanti?
Certamente chi riuscirà ad uscire da questo momento di grave crisi dovrà essere bravo a riorganizzare la propria azienda, intraprendere un percorso di digitalizzazione sarà strategico per il futuro. Inoltre questa situazione ha portato alla luce, per le aziende non produttive, la fragilità della dipendenza dalle forniture asiatiche: auspico che questo porti ad un ritorno dell'utilizzo sempre maggiore delle aziende produttive italiane.
Inoltre, sarà vitale che non ci siano ulteriori trazioni nei consumi ed eventuali ritorni epidemiologici.
Avete realizzato azioni benefiche durante il Covid per aiutare il personale sanitario?
Noi soci ci siamo attivati personalmente con donazioni eabbiamo sensibilizzato i nostri collaborati a fare altrettanto. Lato azienda, a valle della conversione, abbiamo fatto la scelta di applicare prezzi calmierati a margine minimo su tutte le forniture rivolte alla pubblica amministrazione.
Ad oggi non siamo ancora riusciti a donare il prodotto all'ospedale e ai Vigili del fuoco, ma è in programma entro la fine del mese di giugno.