Franco Sordelli, fondatore dell'omonima società, è un personaggio storico del settore. In questa intervista ci racconta come ha vissuto i 50 anni di MIDO.
Qual era l'atmosfera che si respirava durante il primo MIDO?
Nel 1970 MIDO si svolgeva nella vecchia fiera di Milano, in Piazza VI Febbraio. Eravamo pochi espositori e ci conoscevamo quasi tutti! C'era un'atmosfera conviviale.
Era il primo evento del settore e ci aspettavamo una risposta concreta dal mercato e dagli operatori stranieri.
Come veniva percepito MIDO dal distretto del varesotto?
A quei tempi il nostro distretto ospitava sostanzialmente tre grosse aziende: Mazzucchelli, Sordelli e Cremona. L'aspettativa di tutti era l'apertura verso nuovi mercati.
Lavoravamo tantissimo con gli USA: avevamo cinque catene di montaggio, cento persone impiegate su ciascuna catena e realizzavamo 7000mila dozzine di occhiali al giorno.
Quali sono i ricordi più belli legati alla fiera?
Sicuramente ritrovare tutti gli anni alcuni concorrenti/amici, fornitori e clienti stranieri con cui organizzavamo cene dove raccontavamo le novità del momento.
Perché avete deciso di non mancare a un'edizione di MIDO?
Nel 1972 avevo lasciato la Sordelli per motivi personali e mi ero messo in proprio come “Franco Sordelli” e MIDO era l'unica occasione per presentarmi al mercato. Era una tappa “obbligata”, anche se era anche un piacere.
MIDO è sempre stato un momento per venire contatto con i clienti internazionali.
Qual è il plus valore di MIDO?
MIDO ha assunto un'importanza primaria rispetto alle altre fiere di settore. È il gigante del comparto: ci sono tutti i fabbricanti di occhiali, materie, prime... è un'eccellenza del settore.
È riuscito a superare tutti!
Credo che la chiave di volta sia stata anticipare il salone dai primi di maggio a fine febbraio.