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L’età dei metalli di Alessandro Mendini.

L’età dei metalli di Alessandro Mendini.

Ha aperto al pubblico “L’età dei metalli”, la mostra a cura di Stephan Hamel con la partecipazione particolare di Francesca Alfano Miglietti, dedicata al racconto dell’artista, poeta, progettista e designer Alessandro Mendini, fino al 20 maggio 2023, presso M77 Gallery, in via Mecenate 77 a Milano.

Un grande progetto espositivo nato dalla volontà dei galleristi Giuseppe Lezzi ed Emanuela Baccaro di M77 Gallery di mostrare un’inedita visione dell’eclettico architetto e teorico.

Il metallo si fa così il comune denominatore per descrivere la caleidoscopica attività di un artista che ha segnato in maniera profonda la storia del design e dell’arte internazionale.

L’intenzione di Alessandro Mendini era di infondere un’anima agli oggetti, perché un oggetto non è mai solo uno strumento, esso stabilisce relazioni intime con la psiche, la fragilità e le incertezze delle persone secondo atteggiamenti rituali e cerimoniali.

Per Mendini ogni oggetto è un simbolo, è un feticcio, è frutto di utopie e di amori e l’energia che esso esprime è un racconto che conferisce identità alle silenziose forme delle cose, come se ogni oggetto riflettesse la sua storia attraverso la struttura, la superficie, il colore e i materiali.

Oltre 55 opere di cui alcuni straordinari inediti, indagano così l’anima metallica del Maestro, scomparso nel 2019, che ha lasciato come suo riconoscibile metodo creativo la visione del progetto come arte e l’arte come progetto.

La scelta curatoriale prende spunto dall’interesse di Alessandro Mendini per l’uso dell’oro come la torre del Museo di Groningen e del giallo e nero nel decoro a scacchi della pensilina degli autobus di Hannover, o in alcune installazioni dei primi anni novanta, dove questa quadrettatura si espande e invade le superfici di pareti, quadri, oggetti e sculture.

Negli spazi della galleria M77 sono presenti in dialogo alcuni dei tanti oggetti che esprimono questo gioco dell’accostamento dei due colori e dei materiali come il bronzo dorato del piccolo Cavaliere di Dürer (D613 Studiolo, Grenoble), delle miniature di Short Stories, preziose sculture dorate di alcuni storici mobili ideati a partire dagli anni ’70, nel periodo Radical fino alla riproduzione in gioielli d’oro a pendente degli Stilemi, riconoscibili segni grafici del suo personale alfabeto decorativo (Alessandro Mendini. Cose).

In questa costellazione iridescente di opere di Alessandro Mendini, si intrecciano materiali come l’acciaio della grande sedia Scivolavo (Short Stories), il mosaico in foglia d’oro dei mobili scultura (Bisazza); la ceramica dei vasi Camino in finitura oro 24 kt e platino opaco e la miniatura Proust Marieda in platino ramato maculato (Alessandro Mendini. Cose) e infine il vetro del vaso Rombo, nella nuova colorazione all’uranio, realizzata da Lasvit, secondo la tradizione dei maestri vetrai in Boemia.

Argento, smalto e rame sono i materiali scelti da Alessandro Mendini per il suo omaggio ai Futuristi italiani, rappresentati come visi e maschere da parete, sculture realizzate dall’Argenteria Pampaloni di Firenze.

In mostra sono esposti alcuni disegni originali e dipinti dell’artista, parte dell’Archivio Alessandro Mendini.

Gli oggetti delle edizioni Alessandro Mendini. Cose sono stati individuati dal grande patrimonio di progetti e disegni dell’Archivio Alessandro Mendini, curato da Elisa e Fulvia Mendini.
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