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Il lusso 2.0 passa anche per l’eyewear (parte 1).

Il lusso 2.0 passa anche per l’eyewear (parte 1).

I paradigmi del lusso hanno subito un’evoluzione a causa dalla globalizzazione, che ha portato nuove esigenze e nuove abitudini nella società internazionale.

Ciò che è interessante è che si tratta di un mercato florido, avulso da qualsiasi tipo di crisi. La conferma arriva da una ricerca condotta da Kantar da cui emerge che l’interesse nei confronti del lusso non sembra essere diminuito.

Ma come si è evoluta questa fetta elitaria di mercato? Cosa significa nel 2022 parlare di lusso? Quali sono le macro tendenze che lo definiscono? Qual è il profilo del consumer di prodotti di lusso?

Sviluppo più sostenibile e ambientale

Secondo Deloitte quasi tutte le aziende del settore del lusso stanno virando verso uno sviluppo più sostenibile e ambientale. Nel nostro comparto si tratta di una componente acquisita da più di un paio di anni, che si sta rafforzando e assumendo una connotazione di conditio sine qua non del modo di fare impresa.

 

Il ruolo della realtà virtuale

Un altro elemento è la realtà virtuale utilizzata come strumento per fare branding. Sempre più marchi entrano nel mondo degli avatar e del Metaverso. Il primo progetto concreto arriva proprio dal mondo dell’eyewear con gli smart glasses Ray-Ban Stories, realizzati da Meta (la società di Zuckerberg) ed Essilor-Luxottica, che in questi giorni hanno ottenuto il premio più alto della competizione Red Dot: Best of the Best.

Anche il mondo del gaming fa gola, soprattutto ai brand della moda, alcuni dei quali hanno sperimentato il loro ingresso in questo mondo virtuale. Secondo un report di Morgan Stanley, questo settore (correlato al mercato del lusso) potrebbe raggiungere i 20 miliardi di dollari entro il 2030.

Le iniziative e progetti di CSR

La società di ricerche di mercato Kandar introduce un ulteriore elemento rilevante: anche per i brand del lusso sarà sempre più importante avere cause condivise con i propri consumatori. Questo fenomeno, denominato brand activism, migliora il rapporto tra aziende e (potenziali) clienti, giocando un ruolo chiave nella fidelizzazione e trasformando gli acquirenti in brand ambassador.

Nel nostro comparto abbiamo avuto diversi esempi durante la Pandemia e ne abbiamo in atto altri legati all’emergenza generata dalla guerra in Ucraina. Citiamo ad esempio i progetti charity della Fondazione De Rigo H.E.ART Onlus e di Safilens.

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