A inizio 2020 vi erano molti segnali di incertezza a livello globale. Gli eventi in Medio Oriente con il conflitto USA-Iran in primo luogo aprivano scenari più incerti che mai.
Per l’occhialeria italiana vi erano segnali di rallentamento dell’export globale e una situazione dell’occupazione che lasciava intravedere una possibile contrazione legata alla performance di qualche azienda nello specifico.
Dalla Cina poi si affacciavano le minacce di un virus simile alla SARS che lasciava presagire difficoltà economiche nei rapporti con l’area asiatica, non certo la pandemia globale e le difficoltà economiche che stiamo attraversando.
Il mese di gennaio ha visto il diffondersi dell’emergenza COVID-19 dalla Cina a tutta l’area asiatica. Questa prima fase ha da subito messo in difficoltà le aziende del settore che esportano il 90% delle loro produzioni.
Le esportazioni dirette in Cina, Hong Kong, Macao e Taiwan (i paesi asiatici che hanno subito per primi le restrizioni) ammontano a circa il 7,7% dell’export totale del settore (poco meno di 300 ml di euro annui).
La Cina, Hong Kong e Taiwan sono per l’occhialeria italiana anche il primo bacino di approvvigionamento per materie prime e semilavorati. In termini di import i paesi sopra indicati pesano per il 64% di tuttele importazioni del settore (circa 700 ml di euro annui).
Oltre all’impossibilità di esportare in Asia le aziende hanno dovuto affrontare il problema della mancanza di forniture di materie prime e di semilavorati. Per ovviare a tale impossibilità le aziende si sono rivolte a mercati di approvvigionamento differenti, sostenendo costi superiori.
Inoltre, alcune grandi aziende con attività produttive in Cina, da cui servono principalmente il mercato cinese e attigui, hanno dovuto sospendere la produzione.
Successivamente al 22 febbraio, giorno in cui viene identificato l’allora paziente zero di Codogno, quello che sembrava impensabile accade. L’Italia entra in uno dei momenti più bui e drammatici della sua storia dopo il dopoguerra e viene dichiarata la pandemia globale.
Il settore dell’occhialeria perde il suo principale evento fieristico internazionale, MIDO, che viene rinviato al 2021 e partono oltre 60 giorni di lockdown del paese.
Le aziende dell’occhialeria che producono dispositivi medici (gli occhiali da vista) e di protezione individuale (gli occhiali da sole) vengono considerate filiera essenziale, produzioni di beni di prima necessità. Allo stesso modo gli ottici sono autorizzati per lo stesso motivo a mantenere aperte le loro attività.