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Come la moda affronta il Coronavirus

Come la moda affronta il Coronavirus

In relazione all'evolversi della diffusione del Coronavirus, il CdA di MIDO, come vi abbiamo già annunciato, ha posticipato l’edizione dei 50 anni a fine maggio/metà giugno (le date devono essere ancora comunicate). La decisione è stata presa ancora prima che venisse emessa l’Ordinanza, firmata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana di concerto con il Ministro della salute Roberto Speranza, valida per tutto il territorio lombardo. Il documento estende alla zona gialla (quindi anche alla città di Milano) alcune delle disposizioni già applicate in alcuni comuni della zona rossa e ha validità per ora fino a domenica 1 marzo. In particolare, oltre ad includere “la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico”, dispone in maniera esplicita la chiusura “per le manifestazioni fieristiche”.

Le ripercussioni si sono avute anche durante la Milan Fashion week, che si è svolta settimana scorsa, quindi a ridosso dell’Ordinanza. Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda, ha lasciato che ciascun brand prendesse la decisione di aprire al pubblico i propri eventi in maniera indipendente.

Giorgio Armani, ad esempio, al fine di non “esporre ad alcun rischio la salute degli ospiti”, come ha dichiarato Re Giorgio, ha fatto sfilare la sua collezione a porte chiuse e l’ha trasmessa in streaming sul sito Armani.com.

In linea con Armani le maison Laura Biagiotti, che ha optato anch’essa per una sfilata a porte chiuse, e Moncler che ha annullato l’evento.

C’è chi invece è andato controcorrente e ha deciso di sfilare regolarmente: Dolce & Gabbana, Ports 1961, Drome e Boss.

Complice il Coronavirus e il nuovo modo di vivere la moda, la fashion week milanese ha registrato numeri da record in streaming con ben 11 milioni di visualizzazioni. Numeri importanti che vanno a “compensare” i più di mille buyer e operatori asiatici del settore moda che a causa del Coronavirus non hanno partecipato alle sfilate della capitale meneghina.

 

Ph. David Gandy alla sfilata di Dolce & Gabbana

 

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