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Speciale scuola: attenzione agli occhi!

Speciale scuola: attenzione agli occhi!

Si torna a scuola. E' un momento importante per milioni di ragazzi e per le loro famiglie. E, oltre a pensare a libri, zaini e quaderni, è opportuno riservare un po' di attenzione alla salute degli occhi.

'La scuola è un momento importante per i ragazzi di tutte le età, richiede impegno e anche un notevole dispendio di energie', afferma il dottor Francesco Loperfido, Responsabile del servizio di Oftalmologia generale presso l'Unità Operativa di Oftalmologia e Scienze della Visione dell'Ospedale San Raffaele di Milano. 'Per questo vederci bene è fondamentale'.

Vedere bene per apprendere meglio
Leggere, scrivere, seguire le lezioni alla lavagna, sono tutte operazioni che coinvolgono il senso della vista. Se un problema c'è, va individuato in tempo. «Così si evitano eventuali difficoltà d'apprendimento e la loro interferenza con i risultati scolastici», conferma il dottor Loperfido. «L'apprendimento è facilitato se entrambi gli occhi funzionano al meglio. Non vederci o vederci male rallenta molto l'attenzione dello studente, per sforzarsi di leggere alla lavagna o sul quaderno si perde le spiegazioni». Dello stesso parere anche prof. Silvio Maffioletti, docente del corso di Laurea in Ottica e Optometria presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca e consulente della Commissione Difesa Vista: «La visione è la modalità sensoriale che fornisce la maggior quantità di stimoli al cervello e che, nel bambino, svolge un ruolo primario nel suo sviluppo senso-motorio, nella sua relazione con l'ambiente e nella sua crescita sociale e culturale», spiega. «Anche l'apprendimento scolastico, in particolare il complesso processo chiamato lettura, non può prescindere da una visione integra ed efficiente».

Prevenire è meglio che curare: visite mirate
Nonostante questo, purtroppo, l'attenzione per la salute degli occhi è ancora scarsa. Il 70% dei genitori non ritiene necessaria una visita oculistica per i propri figli perché, affermano, 'ci vedono bene/non ci avevano mai pensato'. Poi però sono i primi ad arrabbiarsi se non si portano a casa buoni voti! Ecco quindi che è necessario giocare di anticipo. Chi vede male, studia meno. Ma come si fa a stabilire se è questione di voglia o c'è qualcosa sotto? «Prima di tutto bisogna valutare la familiarità con i disturbi visivi: se un genitore soffre di miopia, ipermetropia e astigmatismo è probabile chE anche i figli ne soffrano», afferma Loperfido. L'unico modo per accertarlo è «sottoporre i propri figli a controlli mirati» continua il consulente della Commissione Difesa Vista. «Visite regolari e tempestive, infatti, permettono di evidenziare problemi comuni e molto diffusi: miopia, ipermetropia, astigmatismo e anche strabismo o altri disturbi più gravi come la cataratta congenita».

Un aiuto dalla scuola
Tra famiglie e autorità scolastiche si deve creare un rapporto di collaborazione proficua che deve portare la scuola a consigliare anche la scelta della posizione del banco rispetto alla lavagna in rapporto al problema visivo dell'alunno. Un esempio? Bambini con strabismo o occhio pigro non devono trovarsi mai in una posizione laterale rispetto al piano della lavagna. Oppure quelli miopi è meglio che non abbiano il banco posizionato troppo lontano «in considerazione principalmente del fatto che la miopia tende ad evolvere in rapporto alla crescita del bambino», afferma il dottor Loperfido.

La prova del televideo
A volte i segnali che il bambino non vede bene sono chiarissimi: basta osservarlo mentre studia. La postura è fondamentale. Avvicina troppo la testa al foglio, poi alza lo sguardo per guardare lontano? Probabilmente è miope, cioè non vede bene da lontano. «In questi casi è indicativa la postura soprattutto se legge molto da vicino, il miope infatti tende a compensare il suo difetto avvicinandosi molto con la testa al libro, o al quaderno se scrive, compromettendo anche la posizione del corpo, successivamente alzando lo sguardo verso la lavagna ha un momento di disorientamento visivo attribuibile al fatto che il cristallino deve accomodare un difetto non corretto» sostiene Loperfido. Per averne la certezza basta fare una prova molto semplice. Se sa già leggere, è sufficiente collegarsi ad una pagina del televideo e verificare la sua capacità di lettura: legge solo i titoli o anche le scritte in piccolo? E se strizza gli occhi, è la conferma che tanto bene non ci vede. Ogni sintomo, quindi, rivela un problema. Mal di testa e bruciore agli occhi, per esempio, potrebbero nascondere un disturbo di ipermetropia (vedere bene da lontano e non da vicino).

Occhio pigro
Tra i disturbi più diffusi, soprattutto verso i 5-6 anni, troviamo l'ambliopia, detta anche occhio pigro: si tratta di una scarsa acuità visiva in assenza di una malattia organica; un problema solitamente unilaterale, non correggibile con lenti. «Una diagnosi precoce di questo disturbo è importante, perché i migliori risultati si ottengono praticando l'occlusione dell'occhio migliore entro i primi 10 anni di vita», spiega Loperfido.

Più controlli
In conclusione, controlli mirati garantiscono una buona salute oculare. Prima dell'inizio della scuola sarebbe opportuno verificare la capacità visiva dei nostri figli. «I controlli visivi dei bambini, con l'eventuale modifica della compensazione ottica, vanno effettuati ogni 6-12 mesi», conclude Maffioletti. «L'occhio del bambino, la sua visione binoculare e le sue modalità percettive mutano, nel corso della crescita, in relazione alla qualità visiva di cui egli è in possesso». Visite regolari, dunque, garantiscono di tenere sotto controllo i difetti. L'ultimo passo, ma non meno importante, è la scelta dell'occhiale giusto!

A ciascuno il suo
«Il professionista che si occupa della visione e valuta le abilità visive del bambino deve fornire, quando necessario, i mezzi ottici adatti a ripristinare e consolidare la visione nitida e singola», spiega Maffioletti. Bambini e adolescenti, si sa, non amano indossare gli occhiali, è importante tuttavia che non solo li indossino, ma lo facciano in modo corretto. «Gli occhiali con lenti compensative devono essere usati rispettando accuratamente le modalità che sono state indicate (a permanenza, solo nelle attività prossimali, solo per la visione a distanza, ecc)», osserva Maffioletti. «Devono essere inoltre predisposti con professionalità: se un occhiale non viene confezionato con accuratezza può provocare disagio nel bambino e, poiché spesso tale disagio non viene verbalizzato, occorre che i genitori prestino attenzione a tutti gli espedienti che il bambino può escogitare per evitare di indossarlo».Oggi le aziende dell'occhialeria vengono incontro anche alle esigenze dei più piccoli proponendo loro modelli sempre più trendy e in materiali leggerissimi, facili e belli da indossare, con un buon rapporto qualità prezzo. «Anche perché», ricorda Maffioletti, «la durata media degli occhiali dei bambini è di circa due anni, ma in caso di danneggiamento o smarrimento vanno effettuate sostituzioni più frequenti».

Modelli e materiali
La montatura degli occhiali non va scelta a caso: oltre che piacere esteticamente, deve essere adeguata all'anatomia del volto del bambino, che varia continuamente nel tempo e va pertanto valutata frequentemente. «E' preferibile una forma con ampio spazio nella parte superiore, per favorire l'osservazione verso l'alto che i bambini utilizzano spesso a causa della loro bassa statura», suggerisce Maffioletti. «Inoltre è consigliabile l'utilizzo del nasello a ponte o dei naselli gemellati, per aumentare la superficie di appoggio e stabilizzare la montatura sul naso del bambino». La montatura deve essere stabile e avere una scarsa deformabilità. «Il materiale delle montature va scelto affinché garantisca sicurezza, resistenza e stabilità. Sono quindi consigliabili montature a base di silicone oppure materiali plastici come acetato di cellulosa, poliammide, propionato di cellulosa. Oppure optare per materiali anallergici come titanio e acciaio, la cui difficile lavorazione però determina un costo più elevato del prodotto finale», spiega Maffioletti.

Le lenti
Per le lenti la scelta più azzeccata è quella di scegliere i materiali organici «che garantiscano al tempo stesso leggerezza e sicurezza», illustra Maffioletti. «Tali materiali sono infatti resistenti agli urti e infrangibili nelle normali condizioni d'uso. Data la scarsa resistenza ai graffi, è opportuno che le lenti organiche siano dotate di un trattamento indurente, inoltre è consigliabile dotarle di un trattamento antiriflesso».Ultima indicazione, ma non meno importante è che l'occhio del bambino è sprovvisto di un'adeguata protezione naturale dai raggi ultravioletti, nocivi quando raggiungono l'occhio. «Per questo sono indicate, per i bambini, lenti in materiali che assorbono totalmente le radiazioni UV», conclude Maffioletti.

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