
L'avanguardia di Mykita
Moritz Krueger, CEO e Direttore Creativo, nonché uno dei fondatori del noto marchio di avanguardia tedesco, racconta a WMIDO il cammino percorso dal 2003 dalla sua azienda.La vostra azienda è stata fondata nel 2003: quali sono stati i passi principali compiuti?Mykita è stata fondata a Berlino. La nostra prima sede era un ex asilo nido, chiamato Kita in tedesco, che ha ispirato il nome Mykita. Scoprimmo di avere una visione estetica molto chiara così come un’inclinazione a fare le cose da soli. Un’azienda creativa a Berlino agli inizi degli anni 2000 richiedeva una mentalità diversa rispetto a potenziali esperienze analoghe nelle città di Londra, Parigi o New York; questo ci ha reso autosufficienti. Non avendo nessuno che potesse produrre i nostri disegni originali, nel modo in cui li immaginavamo, abbiamo deciso di allestire una produzione in-house. Da quel momento, lo sviluppo dei nostri strumenti e processi è diventato un principio cardine del nostro modo di operare. Abbiamo debuttato a Tokyo e subito dopo a Parigi, nel 2004. La prima collezione Mykita consisteva in sole trenta paia di occhiali ultraleggeri in acciaio inossidabile, ma il design innovativo e il branding minimale del prodotto hanno trovato il favore del pubblico internazionale. Una volta tornati a Berlino, abbiamo dovuto accelerare la produzione per soddisfare un’inaspettata quantità di ordini.Come è organizzata la vostra azienda a livello internazionale?Oggi la nostra società ha circa 450 dipendenti in tutto il mondo. Oltre alla sede principale a Berlino, abbiamo due filiali: Mykita North America a New York e Mykita Apac a Hong Kong. La nostra strategia di distribuzione globale è un mix tra esportazione diretta e aziende partner in tutto il mondo.Le montature Mykita sono disponibili nei nostri 14 negozi sparsi per il mondo, tra cui Los Angeles, New York, Parigi e Tokyo, ma anche in negozi di ottica e di moda selezionati in oltre 80 nazioni. Organizzate spesso collaborazioni con altri designer: perché avete deciso di farlo e qual è il vostro ultimo progetto?Il motivo principale dietro ad ogni collaborazione è creare un nuovo prodotto. Inoltre è un’opportunità per entrare in contatto con un forte punto di vista creativo esterno. Questo influenza il nostro processo di design e rinvigorisce la nostra azienda nel complesso. Attraverso la collaborazione, sviluppiamo un prodotto che altrimenti non avrebbe mai avuto vita e questo rende il tutto davvero emozionante.In definitiva, l'elemento centrale di ogni collaborazione è il prodotto. Un segnale della forza delle nostre collaborazioni è dato dal fatto che la maggior parte di esse dura per anni, come quelle con Damir Doma, Bernhard Willhelm e Maison Margiela. I nostri progetti di collaborazione più recenti comprendono l’ideazione di occhiali insieme al designer Tim Coppens, così come con la griffe di Tokyo Ambush e la casa discografica Perlon di Berlino.Avete cominciato nel settore dell’occhialeria come designer d’avanguardia: qual è il futuro di quest’industria?Il futuro è ora! Non ci siamo mai limitati ai confini tradizionali dell’industria dell’occhialeria, cerchiamo sempre di incorporare nel nostro sistema, ove possibile, nuove tecnologie provenienti da altri ambiti. Le partnership tra diversi settori sono di vitale importanza per il modo in cui operiamo e sono la chiave del nostro successo. Ci spingiamo sempre oltre i confini per quanto riguarda la scelta di materiali e strutture. Il nostro processo di design è il risultato diretto di una costante ricerca del progresso tecnico.