
Per musei con gli occhiali virtuali 3D
Con gli Artglass si possono scoprire le opere, attraverso animazioni e videoracconti Scoprire l'arte e la ricchezza storica delle nostre origini ha un fascino d'altri tempi. Se accostiamo la visita museale alla tecnologia multimediale i vantaggi appaiono evidenti, prova ne è la cosiddetta realtà aumentata, dall'inglese «augmented reality», che funziona inquadrando con smartphone o tablet un prodotto contenente un codice in grado di far partire un'animazione visibile solo sul video del dispositivo. Questa funzionalità, implementata sui Google glass, amplia la visione in maniera virtuale, trasportando il visitatore in una nuova dimensione. Un salto nel passato che oggi diventa ancora più coinvolgente grazie ad Art Glass, servizio ideato qualche mese fa che si appresta ad essere adottato in diverse strutture museali. L'iniziativa, partita dalla pinacoteca di San Gimignano, fa capo ad Antonio Scuderi, catanese, classe 1967, che, dopo un'intensa esperienza professionale, ha creato la prima azienda al mondo che propone un'esperienza di realtà aumentata indossabile in un museo. «La pinacoteca di San Gimignano è stata la prima ad accogliere il nostro progetto – spiega Scuderi -. Attualmente sono più di una decina i cantieri di lavoro in Italia e quattro a livello europeo, spaziando dall'arte antica a quella etnica, dall'archeologia all'architettura». Il sistema consente di indossare speciali occhiali dotati di un micro visore nelle lenti, per visitare qualunque museo. Il visitatore viene condotto alla scoperta di particolari inediti dell'opera, dove ad esempio i personaggi chiave del dipinto emergono in sequenza con effetto 3D, animazioni e ricostruzioni digitali. «Aumentare il patrimonio culturale siciliano è uno dei nostri sogni nel cassetto – conferma l'ideatore di ArtGlass -, potremmo creare percorsi di visita integrati, che mettano assieme archeologia antica, centri storici, musei e paesaggio. Il ritorno, anche in termini di marketing territoriale, sarebbe importante. Al momento non abbiamo nulla di concreto, ma ci stiamo lavorando». Si tratta di un primo passo verso un futuro multimediale in ambito museale.