
Tue Strange si racconta ad Eyesway
Danish Eyewear nasce nel 2001 con l'idea di sviluppare nuove collezioni di eyewear create da designer di fama mondiale. La filosofia su cui si basano le linee di occhiali dell’azienda si sviluppano intorno al desiderio di coniugare forme e funzionalità. Oltre al design e all'estetica, infatti, questi occhiali si prefiggono lo scopo di esser indossati volentieri dalle persone e non disegnati come pura soddisfazione di un ego personale. Ma per entrare in contatto diretto con l'anima dell’azienda abbiamo rivolto alcune domande a Tue Strange, che ne è alla guida fin dalla sua nascita. - Tue, Qual è stato il tuo primo contatto con il mondo dell’eyewear e cosa ti ha attratto? Ho comprato il mio primo paio di occhiali a 28 anni perché pensavo mi avrebbero fatto passare i miei mal di testa pomeridiani…Non avevo capito che fosse dovuto alla scarsa quantità di acqua che bevevo…poi sono diventato più saggio. Ho iniziato a indossare quotidianamente gli occhiali 4 anni fa quando ho compiuto 40 anni. Il mio lavoro e la mia famiglia sono nati entrambi 10 anni fa, quando ho incontrato mia moglie. È optometrista e la sua famiglia si occupa di occhiali da sei generazioni, dal 1817. Penso che il settore dell’eyewear eserciti una forte attrattiva su di me perché i suoi prodotti uniscono tecnologia e moda. - Da cosa hai tratto aspirazione per le tue ultime creazioni? La collezione Unity è nata leggendo un articolo che parlava dell’impegno a far sopravvivere il mondo, non solo in riferimento al pianeta, ma anche al nostro stile di vita, al nostro modo di interagire con gli altri. La collezione Cph-Stage (Cph è l’abbreviazione di Copenhagen) è un’idea che mi è venuta camminando per le vie del centro di Copenhagen una domenica mattina. La città era affollata da persone che ascoltavano musica sedute nei bar e tutte erano osservate come fossero al centro del palcoscenico. -Qual è la tua filosofia? Creare occhiali che le persone vorrebbero indossare e non creare qualcosa che sia solo a beneficio dell’ego: questa è la parte più facile. È invece molto più difficile ideare una montatura che si indossi volentieri ogni giorno comunicando agli altri quanto sia piacevole indossarli. - Lasciamo da parte per un momento gli occhiali e parliamo di te: chi è veramente Tue Strange? Parlaci di te, delle tue passioni, aspettative, paure… Sono una persona con un grande entusiasmo che ha la immensa fortuna di avere una famiglia meravigliosa, una moglie al proprio fianco e quattro figlie fantastiche che mi danno molto da fare: credetemi, quattro ragazze dai 12 ai 22 anni sono tante!!! È fantastico sentire il loro affetto e sincerità. La mia grande passione è ovviamente la mia azienda di eyewear e apprezzo molto il design di valore e la bellezza negli oggetti e nelle persone. Mi auguro di costruire un futuro solido per le mie figlie…La mia paura più grande è di non riuscire a farlo…Sono una persona molto positiva che ama vedere le opportunità invece degli ostacoli, e sono certo che troveremo una soluzione per superare le nostre paure più profonde…Se in futuro si inventerà una pillola o un’iniezione di DNA e non si avrà più bisogno di occhiali, allora creeremo una moda che induca la gente a indossarli… - Descriviti in una parola In una sola parola direi multitask. È difficile in una sola parola, in due direi I CARE. -Che materiali preferisci e quali pensi saranno i più utilizzati nella prossima stagione? Mi piace lavorare con diversi materiali e il design e il comfort sono gli elementi più importanti della mia filosofia. Nella prossima stagione credo saranno acetati oppure combinazioni di materiali diversi. -Qual è la tua creazione di maggiore successo nel 2010 fino a questo momento? Direi al 50% Unity e al 50% Cph-Stage, in base alla regione del mondo che si prende in considerazione. -Si è parlato molto della crisi economica mondiale dello scorso anno. Secondo te in che modo ha colpito il settore dell’eyewear? In molti modi: fino all’inizio del 2008 il settore era stato viziato perché era andato a gonfie vele e quasi tutta la merce arrivata nei punti vendita al dettaglio era stata venduta. Ora la crisi ha comportato un contraccolpo in senso positivo: ci ha indotto a riflettere attentamente prima di fare proposte perché se non lo facciamo non raggiungeremo i nostri obiettivi e non riusciremo a creare un’economia sana e robusta. -E in che modo la tua azienda affronta la crisi? Abbiamo subito un duro colpo nel 2008 e anche il 2009 è stato un anno difficile per noi. Quando all’inizio del 2009 - allora ricoprivo la carica di amministratore della Danish Eyewear - mi è stato chiesto di comprare l’azienda ci ho riflettuto un bel po’. Alla fine ho accettato e non mi sono affatto pentito. Adoro essere il proprietario e il designer dell’azienda. -Qual è la tua impressione sul trend del settore dell’eyewear per il 2010? C’è stata una ripresa? Il trend è sempre lo stesso rispetto al 20XX – RETRO… In realtà non amo questo termine per un trend o una moda. Mi piace riconoscere che nei decenni passati delle menti brillanti che ci hanno regalato grandi oggetti di design che possiamo utilizzare nuovamente aggiungendo solamente un tocco del nostro presente. -In merito alle fiere, pensi ci possano essere ancora grandi opportunità per le aziende di far conoscere i propri prodotti e venderli? Sì, le grandi fiere sono utili, ma ora come ora rappresentano un investimento troppo costoso in quanto dobbiamo fare i conti con i nostri margini di profitto sempre più esigui e con gli acquirenti sempre più attenti al loro inventario. A lungo termine dovremo pensare in termini totalmente diversi per cercare di evitare che le fiere chiudano i battenti. - Una domanda riguardo a Mido, il prossimo grande appuntamento del settore. Parteciperai alla fiera? Per ora non lo so ancora. Ci penserò quando marzo si avvicina, ma probabilmente ci sarò. Saremo a Monaco, Düsseldorf, New York e Copenhagen e anche ad altre esposizioni più piccole del mercato locale: ci sono moltissimi eventi ai quali partecipare. Milano è una delle città più importanti al mondo e mi piacerebbe tanto esserci…Ci vediamo a marzo… Danish Eyewear: gli occhiali che le persone vorrebbero indossare