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Il 6 Febbraio a Bologna la tavola rotonda promossa dall’Istituto Zaccagnini

Il 6 Febbraio a Bologna la tavola rotonda promossa dall’Istituto Zaccagnini

L’idea di avviare un confronto fra le componenti della formazione e della filiera ottica è nata dalla discrepanza fra le richieste occupazionali del mondo del lavoro e ottici diplomati sfornati dal sistema educativo. Il dibattito è stato introdotto da un intervento del dott. Danilo Fatelli della Consulter di Milano che ha moderato l’incontro. Il dott. Danilo Fatelli ha rappresentato in sintesi il settore per far comprendere sotto il profilo qualitativo e quantitativo la filiera ottica – dall’industria alla distribuzione specializzata –per esporre con chiarezza il contesto che offre lavoro ai professionisti abilitati. Il dato che è emerso è che l’industria ed soprattutto i diecimila negozi che costituiscono il canale distributivo specializzato garantiscono occupazione a oltre quindicimila ottici abilitati. Chiarito il contesto in cui opera l’Ottico il dibattito, a cui hanno partecipato esponenti nazionali ed internazionali del mondo della cultura, dell’industria e della distribuzione, è stato introdotto da due relazioni che hanno fatto il punto su quanto accade in Europa in termini di formazione e professione ottica e/o optometrica. Il Professo Shehzad Naroo dell’Aston University di Birmingham ha sintetizzato i contenuti formativi dei 27 stati membri dell’Unione Europea attualmente esplosi su sette livelli. Nel tentativo di uniformare il sistema formativo si è adottata, come modello di riferimento, la dichiarazione di Bologna del 1999. Il riconoscimento delle professionalità richiesta per l’esercizio della professione partirà dalla verifica delle competenze acquisite nei singoli Paesi per poi definire percorsi formativi che colmino le lacune dei diversi sistemi arrivando così alla concessione dell’autorizzazione all’esercizio della professione. L’intervento del Prof. Anto Rossetti, insegnante nella scuola di stato e professore universitario a contratto, ha compiuto un excursus dell’insegnamento in Italia, dal dopoguerra ad oggi, il cui primo atto fu, negli anni ’50, la presentazione della scuola di ottica di Roma riportata in un cortometraggio della “Settimana Incom” che veniva proiettato nei cinema. Da allora l’offerta di percorsi formativi dell’optometria si è moltiplicata ed ha consentito a molti ottici di poter esercitare anche all’estero. In questo senso il punto di riferimento è il Diploma Europeo di Optometria dell’ECOO, ma ad oggi nessun corso attivato soddisfa in pieno i suoi standard. Pragmaticamente il Professor Anto Rossetti ha concluso con “meglio competenze senza titoli che titoli senza competenze”. A concludere l’apporto del mondo della cultura alla tavola rotonda è stata la Professoressa Gabriella Tiberti presidentessa della Rete degli Istituti statali di Ottica e Odontotecnica che ha illustrato il profilo formativo e l’impegno in ore di formazione richiesto, così come contenuto nella riforma del MIUR della scuola secondaria di secondo grado pubblicato due giorni prima della tavola rotonda. La riforma ha confermato l’inquadramento della formazione dell’Ottico nell’ambito della scuola superiore. Partendo dalla definizione del quadro di quella che sarà la formazione dell’ottico, gli esponenti dell’industria, rappresentati dalla dott.ssa Marica Lava, della Ciba Vision, e dal dott. Gianluca Melzi di Essilor Italia, hanno evidenziato come, da un lato debbono essere approfondite aree di competenza per le singole categorie di prodotti e dall’altro capacità relazionali per sostenere la funzione del personal care nell’assistenza tecnico scientifica agli ottici. In particolare il Dott. Melzi ha presentato un Job description dell’ottico i cui contenuti sono molto più ampi di quelli del piano di studi delle scuole. La visione e le esigenze della distribuzione ottica sono state illustrate dal Presidente dell’Andom (l’associazione che riunisce le imprese di distribuzione succursaliste), Ing. Riccardo Perdomi che ha affermato che il consumatore quando si rivolge ad un Ottico da per scontate e generalmente apprezza le sue competenze professionali di base che costituiscono lo zoccolo duro di una formazione che devono esser integrate da competenze relazionali, commerciali ed organizzative unitamente agli strumenti di supporto ad iniziare dagli strumenti informativi. Il dott. Fabio Bernardi della Avanzi Holding ha aggiunto che l’azienda investe molto per la crescita personale dei collaboratori. L’Avanzi School, in collaborazione con Istituti e Centri di Formazione, realizza propri percorsi formativi che sviluppano argomenti tecnico-professionali, gestionali e relazionali pari a 700 giornate/uomo. Per stimolare la partecipazione a questi percorsi Avanzi mette a disposizione ogni anno 40 borse di studio per il conseguimento dell’abilitazione della professione ottica. Il dott. Giuseppe Calvo della Salmoiraghi & Viganò condividendo le scelte adottate in tema di qualificazione professionale ricorda che la S&V University realizza ogni anno 1800 giornate/uomo di formazione per la crescita professionale delle risorse umane dell’azienda. L’animato dibattito e la vivace partecipazione del pubblico hanno stimolato il confronto delle opinioni che pur nella diversità degli accenti hanno trovato un punto di convergenza sulla evidenziazione dello scollamento tra la realtà e le esigenze poste da chi offre posti di lavoro ai giovani. La conclusione più importante, a cui il dibattito ha portato, è quella che afferma che non ci può essere una sola soluzione formativa, ma che coesistono in Italia come in Europa più livelli professionali che corrispondono ad almeno due figure professionali che dovrebbero essere formate con percorsi formativi differenziati e di grado diverso. La Tavola Rotonda si è conclusa con l’unanime volontà di proseguire il confronto tra le molteplici componenti della formazione dell’Ottico, dell’Optometrista e del settore.      "L'educazione, le professionalita' richieste e le prospettive nel settore dell'Ottica e dell'Optometria"
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