
Arriva il disciplinare per il rilancio del comparto dell'occhialeria
Analisi storico-culturale, valorizzazione di un prodotto legato al territorio, indicazioni tecniche: è una mappatura completa quella proposta dal progetto denominato 'La certificazione della qualità del prodotto ottico come strategia per lo sviluppo della competitività delle PMI del distretto dell'occhiale' (DOCUP Obiettivo 2, 2000-2006 Misura 2.3: 'Attività di ricerca e trasferimento di tecnologia'; DGR n. 1086 del 16/04/04) che Ibes, Istituto Bellunese per lo Sviluppo Sostenibile delle Aree Montane, ha commissionato a Certottica per il rilancio del distretto bellunese dell'occhiale. L'istituto di Longarone ha concluso il disciplinare, un volume di oltre 200 pagine, che rappresenta uno strumento valido per ridare vitalità al sistema dell'occhialeria.
Il progetto 'La certificazione della qualità del prodotto ottico come strategia per lo sviluppo della competitività delle PMI del distretto dell'occhiale', che di seguito chiameremo semplicemente P90, ha la finalità di rilanciare il prodotto occhiale attraverso l'individuazione di un nuovo disciplinare di qualità. Nel disciplinare sono stati 'codificati' alcuni elementi/caratteristiche fondamentali che permettono di garantire la qualità dell'occhiale prodotto nel distretto bellunese: tale garanzia potrebbe essere data, per esempio, da un eventuale marchio di cui le aziende potranno volontariamente dotarsi: sarà Ibes, committente e destinataria del disciplinare che, di concerto e con il consenso delle imprese di settore, ne valuterà l'opportunità/necessità. Nella fattispecie il disciplinare, a cui ogni azienda potrà aderire liberamente e volontariamente, è articolato in due parti: la prima dedicata alla tradizione storico-culturale delle occhialerie in provincia di Belluno in modo da mettere in luce le forti connessioni tra la produzione dell'occhiale e il suo territorio d'origine, mentre l'altra è riservata ai contenuti prettamente tecnici, sia riferiti alle caratteristiche dell'occhiale sia al processo produttivo. Vediamo più nel dettaglio la struttura del disciplinare.
Nella prima parte, come appena accennato, sono trattati argomenti che riguardano le radici storiche, culturali e sociali delle occhialerie del territorio bellunese. Il punto di partenza è, perciò, rappresentato dalla nascita della prima occhialeria in Cadore, che risale al 1878, e delle tappe più significative dell'evoluzione del mondo dell'occhialeria. Lo scopo è quello di evidenziare le forti connessioni tra territorio e occhiale. Si voluto, infatti, evidenziare che ciò che connota in maniera determinante questo prodotto, vale a dire l'impegno professionale degli addetti e delle imprese insediate sul territorio: è questa l'essenza delle piccole e medie imprese che producono occhiali. Abbarbicate sulle montagne, esse hanno mantenuto ben saldo il rapporto con la morfologia provinciale sia in senso positivo sia in senso negativo: vari studi dimostrano come l'indissolubile connubio territorio/aziende abbia portato a tramandare una ricchezza inestimabile, quel 'saper fare' gli occhiali, che poteva passare soltanto da padre in figlio vivendo nello stesso luogo e creando relazioni con le altre aziende dislocate in provincia. Così comincia il rapporto all'interno del distretto bellunese che si snoda attraverso aspetti considerati, fin ora, in modo frettoloso: trattasi di quei risvolti sociali del lavoro nelle occhialerie che costituiscono buona parte dell'intero patrimonio del distretto. La disamina, poi, si concentra sull'esclusione del lavoro sommerso e di quello minorile, sulla valorizzazione della manodopera femminile, dell'inventiva nella creazione degli occhiali, dei materiali impiegati: un percorso 'guidato' che conduce alla caratteristica basilare del sistema distrettuale.
La creatività è un altro degli aspetti determinanti per il successo del Distretto divenuto un caso di successo tutto italiano e che è stato considerato all'interno del disciplinare: si tratta di un elemento indispensabile per la ripresa distrettuale a cui si connette il problema di un'adeguata formazione.
Nella seconda parte, partendo dai requisiti di sicurezza vigente, dall'esperienza acquisita dai laboratori attraverso test di prova elaborati nel tempo da cui si è avvertita l'esigenza/opportunità di conseguire nuovi standard, sono stati individuati nuovi parametri da applicare all'occhiale per renderlo ancora più eccellente. Tali tessono stati, poi, applicati su un campione ragionato di imprese per verificarne l'estensione all'intero sistema distrettuale. Dopodiché, dai risultati ottenuti, i ricercatori sono passati alla codifica dei nuovi parametri che costituiscono il disciplinare.
L'attenzione, quindi, è stata focalizzata su prove di laboratorio sia chimiche sia meccaniche che accertano, ad esempio, la resistenza di un occhiale in condizioni estreme (temperature elevate o sotto zero), la bontà del metallo per evitare reazioni allergiche dell'epidermide e altre verifiche. Questi test di laboratorio nascono da una base già esistente, ma risultano più 'meticolosi' di quelli in vigore proprio per garantire standard di qualità e sicurezza più elevati rispetto al consueto. Non solo. Sono state, infatti, proposte nuove prove che permettono di testare maggiormente la salubrità e la qualità del prodotto bellunese unitamente alla sua origine. Al fine di evidenziare l'origine del prodotto realizzato nel distretto bellunese è stato riesaminato il processo produttivo in modo da consentire anche il riscontro di tale requisito. E' evidente come il disciplinare si propone come elemento alla base di un possibile evoluzione in un marchio di qualità, ovviamente demandato alla volontà del sistema delle imprese interessate. Non ha, quindi, alcuna pretesa di porsi come documento cogente limitandosi, invece, ad offrire uno strumento migliorativo del sistema, per consentire alle imprese di contrastare la feroce concorrenza e sviluppare in modo armonico il sistema economico dell'intero distretto.