
Test oculare per diagnosticare deficit di attenzione nei bambini
Giorgios Pavlidis, della Brunel University di Londra, ha messo a punto un test precoce per la diagnosi dei bambini con la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd). La sindrome è un disturbo del comportamento di origine complessa e forse in parte ereditaria.
Secondo Pavlidis, colpisce da 3 fino a 6-7 bambini su 100, ma l'80% dei piccoli colpiti non riceve diagnosi e viene scambiato semplicemente per un bambino tropo vivace o non educato, col rischio che il piccolo si porti dietro il disturbo negli anni e ne risenta anche da adulto. Il bambino che soffre di questa sindrome è molto impulsivo, ha problemi di concentrazione a scuola, non presta attenzione a quello che gli viene detto o chiesto, risponde con irruenza e agisce con eccessivo impeto.
Pavlidis considera il suo test il primo strumento oggettivo per diagnosticare il disturbo (al momento si usano questionari per individuare comportamenti di solito contemporaneamente presenti nei bambini con la sindrome, ma non sono mai oggettivi). L'esecuzione del test richiede meno di 10 minuti e consiste nel porre i piccoli di fronte a uno schermo su cui si muove un pallino luminoso. I bambini devono indossare particolari occhiali, chiamati oftalmochinesigrafi, che misurano i movimenti oculari in risposta allo stimolo.
Pavlidis ha sottoposto al test a 65 bambini dai 4 ai 6 anni, metà dei quali con una diagnosi di Adhd. Con una fortissima accuratezza, i risultati dei test hanno indicato i bambini con la sindrome e quelli i sani: i primi muovono gli occhi a scatti e riescono a seguire i viaggi del pallino per non più di 5 secondi, mentre i bambini sani sono in grado di non perderlo di vista per un tempo che va da 30 secondi a 10 minuti.
Pavlidis ha inoltre dimostrato che la risposta al test dei bambini che prendono il Ritalin (il farmaco più diffuso per la Adhd) sembra più simile alla risposta dei bambini sani. Quindi, secondo Pavlidis, il test potrebbe essere utile non solo per fare diagnosi oggettive e precoci, ma anche per verificare l'efficacia dei farmaci e predire l'evoluzione del disturbo.
(Fonte: Ansa)