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La Cina rivaluta lo yuan e lo sgancia dal dollaro

La Cina rivaluta lo yuan e lo sgancia dal dollaro

Dopo mesi di anticipazioni e di pesanti pressioni da parte dei suoi partner commerciali (in prima linea gli Stati Uniti), la Cina ha alla fine annunciato la tanto attesa e invocata riforma del suo tasso di cambio.

La Banca centrale ha annunciato che lo yuan non sarà più ancorato al dollaro, ma farà riferimento a un basket di valute, anche se per il momento non ha precisato quali. La moneta cinese sarà rivalutata a 8,11 yuan per ogni dollaro.

In merito alla rivalutazione dello yuan sul dollaro, l'istituto ha riferito che il nuovo cambio, che vede un apprezzamento della moneta cinese verso il biglietto verde del 2%, è entrato in vigore alle 11,00 GMT di giovedì 21 luglio, ovvero in contemporanea con l'annuncio. La banca centrale ha poi affermato che punta a mantenere una stabilità di base per il cambio cinese, che verrà tenuto a un livello ragionevole e bilanciato.

Le autorità sulla politica monetaria della Cina hanno poi sottolineato che manterranno la stabilità dei mercati finanziari e dell'economia, sottolineando che forti oscillazioni nel cambio dello yuan non sono nell'interesse della Cina. La mossa, ha spiegato la banca centrale, è mirata ad adottare un regime di cambio più flessibile.

In Italia le prime reazioni di imprenditori e autorità sono caute. Secondo il presidente dell'Ice, Umberto Vattani, 'i prodotti italiani che potranno registrare effetti positivi sono quelli direttamente esposti alla concorrenza cinese: dal tessile all'abbigliamento, dalle calzature al mobilio'. Il viceministro alle attività produttive Adolfo Urso è convinto di un impatto 'certamente positivo per il nostro made in Italy. È un ottimo segnale che si aggiunge all'importante accordo sul tessile e dimostra la buona volontà del governo cinese, che sembra incamminarsi sulla strada del ripristino di condizioni di concorrenza leale'.

Il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, parla di 'ottimo segno che va nella direzione giusta anche se l'entità è poco significativa. Mostra come il governo cinese sia maggiormente sensibile alle pressioni internazionali'.

Anche Diego Della Valle, Presidente di Tod's, concorda sull'impatto limitato: 'Mi pare un bene, un passetto in avanti. Ora dobbiamo essere noi a sostenere i prodotti meno concorrenziali che si basano sul prezzo'.

Per Cirillo Marcolin, appena confermato alla guida dell'Anfao, 'è un segno di modernizzazione, di un nuovo approccio al mercato e perciò è importante. E la rivalutazione ha effetti positivi sull'apertura del loro mercato'.

(Fonte: Il Sole 24 Ore)

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