
Fiamp presenta i dati del primo quadrimestre
Questa mattina, a Milano, nel corso della presentazione dell'accordo di collaborazione tra la Federazione Italiana dell'Accessorio Moda e Persona (Fiamp) e la Fondazione Edison, sono stati resi noti i primi dati aggregati 2005 dell''accessorio moda & persona'.
Nel primo quadrimestre 2005, secondo le elaborazioni Fondazione Edison - Fiamp su dati Istat, le esportazioni complessive italiane sono cresciute del +5,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: tale variazione è risultata inferiore a quella del +6,1% calcolata su base annua per il 2004.
In tale contesto evolutivo dell'export italiano, i settori aderenti alla Fiamp (calzature, gioielli, occhialeria e pelletteria) hanno registrato un aumento dell'export complessivo pari al +3,4% nel primo quadrimestre 2005 (rispetto al 1° quadrimestre 2004), dopo un 2004 praticamente stazionario (+0,1% rispetto al 2003).
L'evoluzione delle esportazioni dei singoli settori Fiamp nel primo quadrimestre 2005, mostra alcune differenze tra i quattro comparti merceologici.
Quello dell'oreficeria e gioielleria registra la maggiore crescita delle esportazioni nei primi quattro mesi dell'anno (+16,5%), in miglioramento rispetto all'andamento del 2004 (-0,7% rispetto al 2003), ma ancora non sufficiente a recuperare la pesante perdita verificatasi nel 2003 (-31%).
I due settori della pelletteria e dell'occhialeria registrano una crescita abbastanza simile nel primo quadrimestre 2005, rispettivamente del +12,3% e del +10,1%: l'export della pelletteria segna un leggero rallentamento rispetto alla crescita calcolata su base annua nel 2004 (+15,6%), mentre il comparto dell'occhialeria sembra registrare un balzo significativo rispetto all'andamento dell'anno precedente (+1,2%), pur rimanendo al di sotto dei valori del 2002.
Il settore calzaturiero si distingue dagli altri per l'andamento negativo dell'export nel primo quadrimestre 2005, con una diminuzione del -5,3% che risulta peggiore dell'andamento, sempre negativo, registrato su base annua nel 2004 (-3,3%). Pesa, evidentemente, in modo più pesante la forte concorrenza asimmetrica della Cina, nei confronti della quale i calzaturieri europei hanno chiesto la rapida adozione di misure antidumping a livello comunitario.
Complessivamente, nel primo quadrimestre 2005 l'export dei settori Fiamp è ammontato a quasi 5 miliardi di euro pari al 5,4% dell'export totale italiano del periodo (circa 91,6 miliardi di euro). Analizzando i principali Paesi di destinazione delle esportazioni complessive Fiamp nel 1° quadrimestre 2005, si nota una diminuzione, rispetto allo stesso periodo del 2004, dell'export verso quelli che si confermano, i tre principali mercati di sbocco: gli Stati Uniti (al 1° posto, con una variazione pari a -1,4%), la Francia (al 2° posto, con -1,6%) e la Germania (al 3° posto con una variazione del -8,4%).
Per quanto riguarda l'import, la Cina si conferma leader nel comparto accessorio moda e persona con un ulteriore incremento del +27,5% nei primi quattro mesi dell'anno.
Secondo il Presidente Biffi i dati, in parte positivi (almeno per tre dei settori Fiamp, escluse le calzature), non rappresentano il segnale di una ripresa dell'accessorio, in quanto sono ancora molto lontani dalle performances precedenti il periodo negativo del comparto Fiamp (avvenuto nel biennio 2002-2003), sono però un chiaro indice della volontà di riscatto delle imprese manifatturiere italiane.
Biffi e il Vice Presidente della Fondazione Edison, l'economista Marco Fortis, hanno anche illustrato le finalità dell'accordo, che nasce da una comune identità di vedute sui problemi del comparto e sulle strategie di rilancio dello stesso. La collaborazione pluriennale Fiamp - Fondazione Edison prevede la possibilità di un interscambio di informazioni quali-quantitative e un monitoraggio sui settori Fiamp per permettere una più approfondita analisi economica dei settori (calzature, gioielleria, occhialeria e pelletteria) e una valutazione dei punti di forza e di debolezza affinché si possano identificare azioni comuni e condivise di politica industriale e di penetrazione commerciale.
'L'obiettivo', secondo Biffi, 'è quello di rilanciare l'industria manifatturiera dei settori Fiamp che sono ancora l'eccellenza del made in Italy. Con la Fondazione Edison così come con altri partner stiamo progettando nuove azioni e nuovi strumenti anche commerciali. La Fiamp deve rappresentare per le associazioni aderenti (Anci, Aimpes, Anfao e Federorafi) e quindi per le aziende dell'accessorio 'moda e persona' una sorta di laboratorio sperimentale di nuove iniziative di attacco del mercato. Queste attività affiancano quelle istituzionali di supporto e di sensibilizzazione nei confronti delle Autorità italiane e comunitarie per l'implementazione di tutte le necessarie ed indispensabili azioni di contrasto verso la scorretta concorrenza e la contraffazione dei marchi e del made in Italy. In tale senso abbiamo già portato all'attenzione di Confindustria e del Governo alcune iniziative operative volte a monitorare e a controllare il mercato domestico ed internazionale. I nuovi provvedimenti previsti dal Governo contro il flagello della contraffazione dei marchi e del made in Italy vanno nella direzione giusta così come l'azione delle dogane - anche attraverso i nuovi strumenti informatici (per esempio Falstaff) - e della Guardia di Finanza e sono anche in parte il risultato del pressing che Confindustria, Fiamp e le associazioni aderenti hanno svolto sulle Autorità. Occorre dare continuità nel tempo e su tutto il territorio a queste azioni, ai sequestri e alle sanzioni, nonché sensibilizzare l'Autorità giudiziaria affinché intervenga con tempismo e competenza sulla materia, evitando così atteggiamenti pseudo-paternalistici, come quello della recente sentenza del Tribunale di Bolzano, che rappresentano uno sfregio al patrimonio di creatività, di ingegno e di operosità del capitale umano presente nelle imprese italiane'.
Per la Federazione dell'Accessorio Moda & Persona non ci sono ricette miracolistiche per rilanciare il comparto del made in Italy, ma è necessaria una sistematica azione concordata, univoca e autorevole, 'senza se e senza ma', da parte delle Autorità non solo nazionali ma anche regionali e locali nei confronti dell'Europa per il riconoscimento a livello mondiale del principio della reciprocità di trattamento delle tariffe doganali, dell'eliminazione delle barriere tecniche e commerciali palesi e occulte nell'interscambio commerciale, della pari dignità dei prodotti, delle aziende italiane e dei consumatori italiani/europei.