
Contraffazione: il 70% dei falsi arriva dall'est asiatico
Cina-Gioia Tauro oppure Cina-Dubai-Gioia Tauro. È questa la rotta che seguono per lo più i falsi diretti in Europa.
Secondo i dati elaborati del II Reparto della Guardia di Finanza, guidato dal generale Walter Cretella Lombardo, circa il 70% della produzione mondiale di contraffazione proviene dal Sud Est asiatico, in testa la Cina, ma anche Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Indonesia, il restante 30% dal bacino del Mediterraneo. In questo caso il primato spetta all'Italia, dietro il Marocco, la Turchia, la Spagna, più di recente i Paesi dell'ex blocco sovietico (Russia e Ucraina) e dopo le Olimpiadi anche la Grecia.
In euro si tratta di due fette di torta che valgono rispettivamente 210 e 90 miliardi, visto che, stando a un calcolo del Counterfeiting Intelligence Bureau, il valore mondiale delle merci contraffatte ammonta a circa 300 miliardi di euro all'anno (tra i 3,5 e i 7 miliardi la stima per l'Italia delle associazioni di categoria, 1,5 miliardi la stima della Gdf in base al volume dei prodotti sequestrati).
'Le dinamiche della globalizzazione dei mercati', spiegano dalla Gdf a Il Sole 24 Ore, 'hanno fatto in modo che tra questi due bacini di produzione dei falsi, un tempo nettamente separati, via sia ormai una completa interpenetrabilità: sempre più spesso componenti falsificati di origine cinese entrano nella Ue e qui vengono assemblati e spesso dotati di marchi contraffatti'.
Tra i Paesi destinatari, oltre all'Unione Europea, anche il Nord America, la Russia e il Nord Africa. 'La crescita della domanda di beni di lusso', spiegano gli investigatori del II Reparto della Gdf, 'ha fatto in modo che anche in città come New York in questi anni si sia diffusa la vendita di merce falsa. Perché invece la Russia comincia a essere, seppur in modo ancora limitato, un mercato di consumo dei falsi è facile da capire: crescono i nuovi ricchi e soprattutto sempre di più i giovani si avvicinano alle mode dell'occidente'. Per il Nord Africa, invece, si tratta di un mercato di approvvigionamento. Le merci contraffatte sono destinate a rifornire gli immigrati stagionali.
A Sud, dunque, la porta d'accesso è Gioia Tauro, spesso via Dubai, al Nord l'ingresso in Europa è da Antwerp, Rotterdam, Amburgo.
A ulteriore conferma di queste rotte, ricordiamo che fu proprio a Gioia Tauro che nell'estate del 2003 venne sequestrato dallo Svad (Servizio Vigilanza Antifrode Doganale) e dalla Guardia di Finanza un quantitativo di occhiali da sole di diverse griffe (Police, Sting, Ray Ban), la maggior parte delle quali prodotte da associati Anfao. Quegli occhiali furono distrutti il 20 aprile 2004 a Crotone, a spese di Anfao che, avvalendosi della collaborazione delle Dogane di Gioia Tauro e di Crotone e dei servizi della società Salvaguardia Ambientale di Crotone, si accollò l'onere della frantumazione e dello smaltimento in termini di legge degli stessi.
Questo è solo uno degli episodi che vede l'Anfao in prima linea contro il fenomeno della contraffazione. Da anni, infatti, a partire dal servizio anticontraffazione di Mido e dall'intervento nei procedimenti penali ove siano violati diritti di proprietà intellettuale dei propri associati tramite la costituzione di parte civile dell'Associazione, continuando con gli interventi diretti in tutti i convegni dove si affronta con decisione il tema, con la lettera aperta indirizzata nel mese di agosto 2004 al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi affinché fossero finalmente presi duri provvedimenti contro la contraffazione (e della quale forte risalto è stato dato da tutta la stampa nazionale), per finire con la partecipazione attiva dell'Associazione al Comitato Tecnico di Confindustria 'Tutela dei Marchi e Lotta alla Contraffazione', Anfao ha sempre mantenuto alta la guardia nei confronti di questo annoso problema.
Proprio per questo, Anfao sta lavorando per la definizione, in tempi brevissimi, di un Protocollo d'Intesa con le Dogane (Svad) con l'obiettivo di rafforzare la reciproca cooperazione allo scopo di monitorare e prevenire il fenomeno della contraffazione almeno nel settore dell'occhialeria.