
Made in Italy: delusione per i tagli della finanziaria
Quasi 90 milioni di euro destinati alla promozione del made in Italy sono stati tagliati dalla Finanziaria, facendo scendere a 310 milioni di euro i fondi di cui potrà beneficiare il Commercio Estero.
Nel dettaglio sono stati tagliati i 20 milioni di euro per l'Esposizione permanente del made in Italy, che avrebbe dovuto nascere a Roma: 17 milioni sono stati deviati su altri canali e i 3 rimasti sono ritenuti assolutamente insufficienti allo scopo. Mancano anche circa 55 dei 125 milioni che avrebbero dovuto essere stanziati per la 'promozione', più altri 15 milioni destinati a sostenere l'immagine dei marchi nazionali oltreconfine e che sarebbero invece finiti alla formazione del personale della Guardia di Finanza.
Lo stesso viceministro alle Attività Produttive con delega per il Commercio Estero, Adolfo Urso, è stato colto di sorpresa e in un commento pubblicato sul Corriere della Sera ha parlato di 'una Penelope che ha tramato contro il made in Italy. Una scelta miope. Un istituto di ricerca tedesco', ha aggiunto Urso, 'ha calcolato che a ogni milione di euro investito nella promozione delle esportazioni corrispondono maggiori entrate fiscali per 1,2 milioni di euro, 50 milioni di fatturato in più, 250 posti di lavoro. Ora dovremo rinunciare a tutta una serie di manifestazioni all'estero, parte delle quali già avviate' ha proseguito Urso. 'Proprio quando il ciclo delle esportazioni a ottobre ha mostrato un'inversione di tendenza'.
Anche gli industriali hanno commentato aspramente i tagli. Il presidente di Sistema Moda Italia Vittorio Giulini ha definito la scelta 'un grave errore. Siamo molto preoccupati', ha aggiunto, 'il tutto avviene in un momento molto delicato per la moda italiana, che comunque è pur sempre uno dei settori trainanti dell'economia nazionale. Non è tanto l'eventuale impossibilità di realizzare l'Esposizione permanente del made in Italy a preoccuparmi, quanto i tagli alla promozione, un fattore essenziale per far uscire il made in Italy dalla crisi in cui versa'.
Ancora più duro il presidente della Camera Nazionale della Moda, Mario Boselli: 'Che dire di un gruppo di persone che non solo non mantiene le promesse fatte in campagna elettorale, vedi l'abolizione dell'Irap, ma che per logiche lobbiste fa cadere una proposta intelligente lanciata da una persona davvero perbene come il viceministro Urso? Tutto il male possibile'.
(Fonte: Fashiomagazine)