Jennifer Capriati fuori dagli Open per colpa di un'operazione agli occhi
Jennifer Capriati è uscita agli Open d'Australia al primo turno a causa di un intervento laser agli occhi cui si è sottoposta a fine novembre, dopo il Masters femminile di Los Angeles, che le ha impedito di prepararsi come avrebbe voluto.
L'operazione aveva lo scopo di eliminare lo pterigio provocato dall'esposizione al sole. Dopo più di un mese, Jennifer non era ancora in grado di usare nessuno dei due occhi, se non con la protezione di occhiali da sole e visiera.
'Per due settimane ho vissuto al buio", ha detto la tennista. "Non potevo assolutamente espormi alla luce del sole, i miei occhi erano troppo sensibili'. La convalescenza è stata troppo breve, gli allenamenti scarsi. "Se non fossi stata la campionessa in carica non mi sarei presentata".
La patologia che ha afflitto l'ex ragazza prodigio (il nome, pterigio, deriva dal greco e significa "piccola ala d'insetto" per l'aspetto con il quale si presenta) è un processo degenerativo e iperplastico della congiuntiva, caratterizzato da una duplicatura della congiuntiva bulbare che si estende sulla cornea. Colpisce generalmente soggetti adulti ed è più frequente nelle zone geografiche calde ed assolate, riscontrandosi in maggior parte fra i 37° di latitudine, a nord e a sud dell'equatore.
Nella sua patogenesi sono importanti tanto l'ereditarietà quanto il tipo di attività condotta dai soggetti che ne sono portatori: pare infatti che siano più colpiti gli individui sottoposti per lunghi periodi di tempo all'azione diretta degli agenti atmosferici, in particolar modo raggi U.V., radiazione solare e ossigeno dell'aria.
All'insorgere della sintomatologia, lo pterigio (posizionato nella fessura interpalpebrale, per lo più dal lato nasale) appare macroscopicamente come un velo che si estende orizzontalmente sulla cornea. A volte può essere asintomatico, poco esteso e non avere carattere progressivo; più spesso però, lentamente, tende a progredire in senso centripeto fino ad invadere il campo pupillare, causando (oltre al danno estetico) astigmatismo, diplopia ed annebbiamento del campo visivo.